Quarant’anni fa l’omicidio di Piersanti Mattarella: oggi la commemorazione in via Libertà. Il ministro Provenzano: “La mafia non ha vinto”

“Parco Piersanti Mattarella, Giardino all'Inglese” così si chiamerà, da ora in poi, il Giardino Inglese di Palermo.

Foto Guglielmo Mangiapane/LaPresse03-02-2015 Palermo (Italia)CronacaCelebrazioni a Palermo in occasione del giuramento di Sergio MattarellaNella foto: La targa commemorativa sul luogo dell'omicidio di Piersanti Mattarella, fratello del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.

PALERMO – La corona d’alloro viene deposta sul luogo della tragedia, in via Libertà,
dove venne assassinato Piersanti Mattarella: così inizia la giornata in ricordo dell’ex
presidente della Sicilia, ucciso davanti agli occhi della propria famiglia.

Alla commemorazione hanno partecipato i familiari di Mattarella. Con loro anche il ministro per il Sud Giuseppe Provenzano, il governatore della Sicilia Nello Musumeci e il sindaco di Palermo Leoluca Orlando.

L’intitolazione del Giardino Inglese di Palermo all’ex governatore ucciso dalla mafia

“Parco Piersanti Mattarella, Giardino all’Inglese” così si chiamerà, da ora in poi, il Giardino Inglese di Palermo. Una celebrazione solenne, che ha richiamato una folla impressionante. Centinaia le persone che si sono radunate di fronte all’arco dell’entrata, per osservare con i propri occhi la scopertura della targa. Ad aprire la cerimonia il sindaco Leoluca Orlando. “Questa intitolazione – ha detto il primo cittadino palermitano – serve a fare memoria e conferma l’ammirazione verso Piersanti Mattarella.

Il parco è in via Libertà, dove ha vissuto ed è stato ucciso ed è delimitato dal viale Carlo Alberto Dalla Chiesa: è un monito che vale per oggi e per domani”.

Il ministro del Mezzogiorno: “La mafia che uccise Mattarella non ha vinto, ma non ha neppure perso”

“La mafia che ha voluto uccidere Piersanti Mattarella non ha vinto” con queste parole è
intervenuto il ministro del Mezzogiorno. Ma non sono parole di ottimismo quelle del rappresentante del governo centrale. Perché la battaglia contro la mafia non è certo finita.

“Ma questa mafia – continua infatti il ministro – neppure ha perso. Quella riforma profonda delle istituzioni che Mattarella voleva realizzare in Sicilia, e di cui c’è bisogno in tutto il Paese, ancora deve essere portata a compimento. Le ragioni per cui è stato ucciso sono ancora attuali. La sua battaglia per lo sviluppo parla all’Italia intera e non solo alla Sicilia”.

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