Acerra, ucciso dal clan perché aveva rubato armi e droga: 3 arresti

Ordinanza per Emanuele D’Agostino, Gennaro Pacilio e Bruno Avventurato, tutti di Acerra. Il giovane di Caivano ucciso per aver rubato armi e droga. Nuovo colpo di scena: incastrati i presunti complici di Domenico Bervicato .

Antonio Natale, Emanuele D'Agostino, Gennaro Pacilio, Bruno Avventurato

Gli tesero una trappola mortale. Una trappola architettata dai vertici di due gruppi criminali di due città vicine, Caivano e Acerra. Nuovo colpo di scena nelle indagini sull’uccisione di Antonio Natale, il giovane di Caivano ammazzato e ritrovato morto dopo due settimane di ricerche inutili.

Ieri mattina i carabinieri del Nucleo Investigativo del Gruppo di Castello di Cisterna hanno dato esecuzione a una ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip del Tribunale di Napoli, su richiesta della Direzione distrettuale antimafia della Procura della Repubblica di Napoli, nei confronti tre persone gravemente indiziate, a vario titolo, del reato di omicidio e dei connessi reati di detenzione e porto di arma da sparo, aggravati dal metodo mafioso.

Ordinanza in carcere per Emanuele D’Agostino, Gennaro Pacilio e Bruno Avventurato. Indagato anche il fratello di quest’ultimo, Giancarlo Avventurato, collaboratore di giustizia così come Pacilio. Sono tutti di Acerra. In particolare, gli indagati, il 4 ottobre 2021 a Caivano, avrebbero ucciso Natale, esplodendo tre colpi di pistola che attinsero la vittima alla testa ed al torace.

L’omicidio sarebbe stato deliberato e premeditato per punire Natale, che avrebbe sottratto armi, droga e denaro al gruppo criminale Bervicato, per conto del quale effettuava attività di spaccio di droga al Parco Verde. Il cadavere del Natale veniva rinvenuto in un fondo agricolo il giorno 18 ottobre 2021. L’attività di ieri dei carabinieri fa seguito all’arresto di Domenico Bervicato nell’aprile scorso.

Il provvedimento eseguito è una misura cautelare, disposta in sede di indagini preliminari, avverso cui sono ammessi mezzi di impugnazione, e i destinatari della stessa sono persone sottoposte alle indagini e quindi presunte innocenti fino a sentenza definitiva. Natale fu fatto salire con l’inganno a bordo di un’automobile.

Nell’abitacolo c’erano, oltre al giovane di Caivano, Bervicato, D’Agostino, Bruno Avventurato e Pacilio. Quest’ultimo esplose due colpi contro la vittima. Anche D’Agostino provò a farlo, ma l’arma si inceppò. Un killer spietato, Pacilio: “Per denaro ucciderebbe anche i suoi figli”, ha detto il pentito Bruno Avventurato. “Dome’, aiutami”, le ultime parole pronunciate da Natale (sempre secondo il pentito), dopo essere stato ferito, a Bervicato, che credeva suo amico ma che è in realtà fu il mandante del delitto.

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