Acquacoltura per salvare gli anemoni

Gli invertebrati marini sono una primizia gastronomica in Spagna ma rischiano di scomparire a causa della pesca estrattiva intensiva. All’università di Granada vengono utilizzati anche nella ricerca contro il cancro

di Angelo Baldini

Forse qualcuno li ricorderà come la casa di Nemo, il pesciolino pagliaccio protagonista dell’omonimo film di animazione. In pochi, però, sapranno che questo piccolo organismo marino invertebrato che fa parte del regno degli animali (sembra un piantina ma non lo é) possiede delle incredibili qualità. Innanzitutto qualità gastronomiche. Può sembrare inusuale, ma gli anemoni di mare sono considerati, soprattutto nella costa dell’Andalusia, delle vere e proprie prelibatezza del palato.

“Las ortiguillas del mar” le chiamano in Spagna. Oltre che come contorno per altre pietanze, gli anemoni sono impiegati anche come finger food. Veloci da infarinare e friggere, gli anemoni fritti sono pronti in pochissimi minuti. Sono molto apprezzati per la loro consistenza morbida e gelatinosa che persiste anche dopo al frittura. Purtroppo, come tante altre specie marine apprezzate per la loro bontà, la pesca eccessiva rischia di compromettere la loro esistenza di fare estinguere tutta la specie. Gli anemoni vivono sui fondali marini da dove vengono estratti in maniera eccessiva.

Il programma Pleamar in Spagna, finanziato dall’Unione Europea sta cercando di trovare una soluzione di compromesso, tra le esigenze economiche delle attività di ristorazione e quelle di sopravvivenza della specie. Grazie al programma è nato infatti il progetto “Ortimar” che promuove la realizzazione di impianti di acquacoltura per gli anemoni. L’obiettivo è portare sulle tavole dei clienti, gli animaletti allevati e permettere a quelli che vivono allo stato naturale di rigenerarsi. Una scelta di compromesso che non accontenterà certo le compagini animaliste e probabilmente neanche i pescatori che vedono così ridursi il loro business.

RISCHIO INQUINAMENTO

Gli impianti di acquacoltura devono comunque affrontare l’inconveniente dell’inquinamento marino. Gli anemoni hanno bisogno di temperature stabili di un habitat puro per riprodursi. Due condizioni compromesso dagli eccessi di inquinamento. Infatti, gli allevatori gestiscono gli impianti aiutandosi con alcune piante marine, come gli asparagi di mare. Questi permettono di ridurre l’impronta di carbonio e azoto dell’acqua e di creare per gli anemoni un habitat stabile e pulito. Oltre le qualità gastronomiche, i piccoli animaletti gelatinosi hanno un ruolo fondamentale nella ricerca per la cura del cancro. All’università di Granada, il team di scienziati guidato dalle professoresse Amalia Pérez Jiménez e Laura Cabeza svolge le sue ricerche proprio su dei campioni di anemoni.

Le ricerche si concentrano sulle patologie oncologiche al colon, ma l’equipe non esclude di estendere presto la ricerca anche ad altre tipologie tumorali. I loro studi dimostrano che alcuni composti estratti dai piccoli invertebrati possono fermare la crescita dei tumori in vitro. Studi ancora nella loro fase iniziale ma che potrebbero portare a incredibili risultati. Importante dunque tutelare gli anemoni, la loro scomparsa causerebbe una gravissima perdita nella biodiversità marina del Mediterraneo nonché un alleato importantissimo nella lotta contro il cancro.

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