Afghanistan, Di Maio: continueremo ad aiutare gli afghani che vogliono lasciare il paese

"Conclusa l'emergenza, abbiamo ora avviato una fase nuova, di pianificazione e gestione della crisi"

Italian Foreign Minister Luigi Di Maio, speaks while standing near German Foreign Minister Heiko Maas, in Tripoli, Libya, Thursday, March 25, 2021. The foreign ministers of France, Italy and Germany arrived Thursday in Tripoli to show their support to Libya's newly elected transitional authorities, who are expected to lead the war-stricken country through general elections end of 2021. (AP Photo/Hazem Ahmed)

ROMA – “Conclusa l’emergenza, abbiamo ora avviato una fase nuova, di pianificazione e gestione della crisi. L’Italia continuerà ad aiutare gli afghani che intendano lasciare il Paese e ne abbiano titolo. Le operazioni dovranno naturalmente essere condotte in modo diverso, data la partenza definitiva dei contingenti militari e la chiusura, allo stato attuale, della nostra Ambasciata a Kabul. Ci stiamo muovendo su più fronti”. Così il ministro degli Esteri Luigi Di Maio nell’informativa al Senato sull’Afghanistan. “Una settimana fa si è chiusa la prima fase, quella emergenziale, in risposta ad un succedersi degli eventi ben più rapido di quanto l’intera Comunità internazionale avesse previsto. La priorità è stata l’evacuazione – continua -. Nel giro di pochi giorni abbiamo messo in salvo e trasferito in Italia 5011 persone, di cui 4890 afghani (più della metà, donne e bambini), tra quanti hanno collaborato con le istituzioni italiane e appartengono a categorie vulnerabili. Il ponte aereo ininterrotto, realizzato grazie alla sinergia fra tutti gli alleati, ha consentito di far uscire dall’Afghanistan complessivamente oltre 120mila persone, compresi interi nuclei familiari. L’Italia, tra i Paesi europei, ha evacuato il maggior numero di cittadini afghani”.

“Lasciatemi ribadire la profonda gratitudine di noi tutti alle forze armate, al corpo diplomatico e all’intelligence”, aggiunge Di Maio. “Il successo di un’operazione condotta contro il tempo e in condizioni estreme è frutto di uno stretto coordinamento tra i comparti Esteri, Difesa e intelligence, dell’impegno instancabile e coraggioso dei nostri diplomatici e militari, della collaborazione con le organizzazioni della società civile. Ma anche del sostegno dei nostri partner regionali e internazionali – in primo luogo Stati Uniti, Qatar, Kuwait e Pakistan – che non hanno esitato ad attivare procedure straordinarie per venirci incontro. A questi Paesi e a questi Governi esprimiamo sincera riconoscenza”.

(LaPresse)

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