Africa, l’emergenza ciclone colpisce migliaia di bambini

Molte aree del Malawi e del Mozambico sono state colpite da gravi inondazioni

Foto LaPresse - Stefano Porta 20/11/2017 Milano ( Mi ) Cronaca La 18esima marcia per i diritti dei bambini e dei ragazzi da Porta Venezia in Piazza San Fedele organizzata da Unicef con i bambini delle scuole milanesi

MILANO – Secondo l’Unicef, quasi 850mila persone – circa la metà delle quali si stima siano bambini – sono state colpite da gravi inondazioni in Malawi e Mozambico. E il numero è destinato ad aumentare man mano che il ciclone Idai si sposta a ovest e l’impatto del ciclone diventa più chiaro.

Gli effetti del ciclone Idai in Malawi e Mozambico

Il ciclone tropicale, che trasporta forti piogge e venti fino a 170 km/h, sottolinea l’Unicef in una nota, è approdato giovedì sera nel porto di Beira, quarta città più grande del Mozambico. Lasciando i 500mila residenti senza linee elettriche e di comunicazione. In tutto il Mozambico, secondo le stime iniziali del governo, 600mila persone sono state colpite, di cui 260mila sono bambini.

L’Unicef lancia l’allarme

“Centinaia di migliaia di bambini hanno già visto le loro vite sconvolte dalle devastanti inondazioni. E ora il ciclone Idai ha portato ulteriori sofferenze alle famiglie sul suo cammino”, ha detto il Direttore regionale dell’Unicef per l’Africa orientale e meridionale, Leila Pakkala. “Molti bambini avranno perso la casa, le scuole, gli ospedali e persino gli amici e i loro cari. L’Unicef lavora sul campo in stretto coordinamento con i rispettivi governi e partner umanitari dei tre Paesi per aumentare la nostra risposta. E rispondere ai bisogni immediati dei bambini colpiti e delle loro famiglie”.

1,6 milioni di persone a rischio

Il ciclone si è spostato attraverso il Mozambico nello Zimbabwe durante il fine settimana. Si stima che quasi 1,6 milioni di persone vivano in zone che potrebbero essere colpite da forti venti e piogge, sottolinea l’Unicef. Sebbene l’entità dell’impatto del ciclone non sia ancora del tutto chiara, è probabile che comprenda danni alle scuole e alle strutture sanitarie, spiega l’organizzazione, danni alle infrastrutture idriche e sanitarie, ostacoli all’accesso all’acqua potabile per le comunità colpite. Aumentando così il rischio di malattie trasmesse dall’acqua, la distruzione delle case delle persone e causando maggiori rischi per la protezione, in particolare di donne e bambini.

Le difficili condizioni di vita dei bambini

Dall’inizio di marzo, le inondazioni causate dal ciclone Idai hanno colpito più di un milione di persone e causato almeno 145 morti. In Malawi, secondo i dati del governo, sottolinea l’Unicef, più di 922.900 persone sono state colpite in 14 distretti – tra cui si stima 460mila bambini – con 56 morti e 577 feriti.

Migliaia di persone costrette a lasciare le proprie case

L’avvicinarsi del ciclone potrebbe complicare la risposta umanitaria, dato che l’accesso alle comunità vulnerabili è già limitato e potrebbe essere ulteriormente limitato dalle crescenti inondazioni. Con migliaia di persone costrette ad abbandonare le loro case inondate, molte famiglie non dispongono di generi alimentari, acqua e strutture igienico-sanitarie di base. Le inondazioni hanno anche interrotto la possibilità di andare a scuola per migliaia di bambini.

In Zimbabwe, secondo le prime stime del governo del distretto di Chimanimani, nel Manicaland, sono circa 1.600 famiglie (8.000 persone) colpite dal ciclone. Con 23 morti e 71 persone disperse. Ci sono segnalazioni non ufficiali di bambini colpiti da inondazioni e frane a Chimanimani, spiega l’organizzazione dell’Onu.

(LaPresse)

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