Alitalia, Federcontribuenti: “Con Fs si rischia la paralisi dei trasporti”

Provvedere alla fusione delle due compagnie, secondo l'associazione, comporterebbe una grave perdita nel settore

Foto Filippo Monteforte AFP

ROMA “Alitalia versa in una situazione drammatica, non solo per i debiti ma anche per l’incapacità di immaginare un futuro competitivo in tema trasporti pubblici. Manca un piano olistico di rilancio e di sviluppo capace di competere con i partner stranieri e l’idea del governo di incorporare la società Alitalia dentro le Ferrovie di Stato, al 100% della Nazione, rischia di paralizzare tutto il sistema trasporti a livello nazionale”. Lo sottolinea Federcontribuenti.

Alitalia, l’analisi della Federcontribuenti

Quest’anno Alitalia, evidenzia ancora Federcontribuenti, ”ha accumulato 450 milioni di euro di debiti, mentre le FS hanno un utile fermo a 420 milioni di euro; questi numeri ci dicono che incorporare Alitalia nelle FS porterà quest’ultima in debito e pensare di sprecare denaro pubblico per salvare una compagnia di bandiera incapace di competere con i competitor low cost – mentre le nostre ferrovie versano, in troppi tratti, in condizioni vergognose – è da folli”.

Si rischia di paralizzare l’intero settore dei trasporti

“Nessun vero imprenditore, rileva l’associazione dei consumatori e dei contribuenti italiani azzarderebbe un simile acquisto. Il governo, dopo aver bocciato tutte le proposte estere, per rilevare Alitalia, attraverso i Commissari, ha accettato l’offerta presentata da Ferrovie dello Stato Italiane (FSI). Ricordiamo che si parla di investire denaro pubblico e ricordiamo che, FSI riceve contributi per la gestione della rete, per alcuni servizi a lunga percorrenza e per quelli regionali. Creare un unico gruppo con Alitalia farebbe confluire le perdite di Alitalia dentro il gruppo FS, che è sussidiato dallo Stato, senza alcun beneficio per i consumatori”.

La compagnia è stata completamente liberalizzata

Alitalia come tutto il sistema Paese non è stata capace di leggere il futuro, finendo in guai grossi. Dal 1 aprile del 1997 il mercato aereo europeo è stato completamente liberalizzato e se nel 1997 volavano in Italia 53 milioni di passeggeri nel 2017 sono saliti a 144 milioni di euro, ma l’85% di questi 144 milioni ha volato con la formula low cost.

Il bilancio del presidente Marco Paccagnella

”Facciamo una esempio – illustra il presidente di Federcontribuenti Marco Paccagnellase da Venezia devo andare a Napoli con una compagnia low cost spendo andata e ritorno meno di 100 euro, se volessi usare i nostri treni dovrei spendere il doppio. Ecco cosa ci rende fragili nel mondo, non sappiamo cavalcare le onde che altri ci sbattono contro. Le nostre Ferrovie dello Stato dovrebbero occuparsi di rendere le nostre linee ferroviarie sicure e con treni all’avanguardia. Ricordiamo anche che l’Italia è l’unica in Europa ad avere ben 8 linee da incubo: 3 al nord e 5 al sud. Che da Napoli in giù abbiamo un treno ogni ora e quelli regionali – conclude Paccagnella – sono i peggiori in assoluto”.

(Lapresse)

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