Alitalia, Fit-Cisl: “Contano anche management e piano industriale”

"Continua lo stillicidio di notizie su chi farà parte dell'azionariato di Alitalia. Si tratta di una condizione necessaria ma non sufficiente al suo rilancio. Il tema vero è chi gestirà l'azienda e quale piano industriale verrà elaborato".

ROMA – “Continua lo stillicidio di notizie su chi farà parte dell’azionariato di Alitalia. Si tratta di una condizione necessaria ma non sufficiente al suo rilancio. Il tema vero è chi gestirà l’azienda e quale piano industriale verrà elaborato”. Cosí Salvatore Pellecchia, segretario generale della Fit-Cisl. “Innanzitutto a noi il concetto di salvataggio sta stretto – prosegue Pellecchia – perché noi siamo per il rilancio sia perché nei due anni di commissariamento si è dimostrato che l’azienda ha le potenzialità per competere sul mercato. Sia perché il mercato del trasporto aereo in Italia e nel mondo è in costante crescita e quindi lo spazio per una compagnia di bandiera italiana c’è. I dati dell’associazione internazionale del trasporto aereo stimano più di 8 miliardi di passeggeri nel 2037. Quasi il doppio degli attuali.

Bisogna non cadere negli stessi errori

Sono tutti d’accordo che nel passato di Alitalia ha pesato soprattutto la gestione sbagliata. Gestione che ha portato a scelte erronee come, ad esempio, il disimpegno dal lungo raggio. La strada per il rilancio quindi comincia per la compagnia evitando gli errori del passato e per il il legislatore ridefinendo le regole del sistema del trasporto aereo oggi inadeguate. Per questo in ogni caso diffidiamo di tutti coloro che rispetto a un problema così complesso propongono soluzioni banali. Così come quella di cedere la compagnia ad altri vettori e lavarsi le mani di quello che accadrà dopo”. “Ad oggi stiamo sempre alle parole del vicepremier Di Maio che ci ha garantito e riconfermato più volte che il Governo sta lavorando per il rilancio della compagnia, ponendo fra i requisiti essenziali per il perfezionamento dell’operazione sia la salvaguardia dei livelli occupazionali sia il mantenimento del reddito di tutti i lavoratori diretti e indiretti”, conclude.

LaPresse

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