Alleanza di Secondigliano, la Dda: l’ospedale San Giovanni Bosco era nelle sue mani

Decisivo nell'organizzazione il ruolo delle donne

Centoventisei arresti e un sequestro patrimoniali a tanti zeri: è il risultato dell’operazione della Dda che ha messo in ginocchio  i clan Contini, Mallardo e Liccairdi.

Il lavoro degli inquirenti avrebbe fatto emergere come alcuni uomini della cosca Contini controllavano il funzionamento dell’ospedale San Giovanni Bosco. A rivelare il dettaglio è stato il procuratore Giovanni Melillo durante la conferenza stampa.

Il capo degli inquirenti si riferisce alle assunzioni, alle relazioni sindacali e agli appalti.

Il nosocomio sarebbe stato usato anche come base per concretizzare ‘truffe assicurative’ grazie alla compilazione di certificati medici falsi.

Agli indagati la Dda contesta a vario titolo i reati che vanno dall’associazione di tipo mafioso allo droga, dall’estorsione al riciclaggio.

Il lavoro degli inquirenti è riuscito a ricostruire l’organigramma dell’Alleanza di Secondigliano. Alcuni esponenti dell’organizzazione mafiosa avrebbero incassato anche delle quote che un albergatore percepiva dalla Regione per ospitare i rifugiati.

Funzione decisione quella assunta dalle donne, al vertice del gruppo, come le tre sorelle Aieta e Maria Licciardi.

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