Autonomia differenziata, Silvestro: “Condivisione sulla riforma”

Autonomia differenziata, Silvestro: "C'è condivisione sulla riforma"
Autonomia differenziata, Silvestro: "C'è condivisione sulla riforma"

NAPOLI – L’autonomia differenziata è ancora al centro del dibattito nazionale e la commissione parlamentare bicamerale per le questioni regionali è al lavoro per vagliare ogni aspetto della riforma. A presiederla c’è il senatore di Forza Italia, Francesco Silvestro (nella foto), che fa con ‘Cronache’ il punto della situazione.

Senatore, il confronto sull’autonomia differenziata continua. Quali sono le principali novità che questo provvedimento dovrebbe introdurre?

Un grande lavoro è già stato fatto. Abbiamo ascoltato i pareri di più di 5 presidenti di Regione e di tante categorie coinvolte dalle misure, nonostante il poco tempo avuto a disposizione. E’ un provvedimento che può cambiare le sorti dell’Italia. Per un primo parere purtroppo abbiamo avuto poco tempo, il testo ha superato l’esame della prima commissione in Senato. Ci sono ancora passaggi fondamentali da fare. 

Com’è andato il confronto con i presidenti?

Ne abbiamo sentiti diversi, dal governatore dell’Emilia Romagna, a quelli del Veneto e del Friuli. E’ intervenuto anche un assessore della giunta della Regione Campania. Li abbiamo convocati proprio per raccogliere il loro parere, le loro osservazioni sulle differenze che ancora ci sono tra Sud e Nord e redigere una relazione che sarà utile in sede di voto finale sul provvedimento. In commissione, poi, c’è sempre stata una discussione aperta tra maggioranza e opposizione. Certo, sono emerse posizioni diverse ma ognuno ha potuto esprimere le proprie osservazioni. Stiamo dedicando a questo documento la massima attenzione, e per fortuna avremo tutto il tempo per analizzare le singole questioni con cura, non faremo le cose di fretta. 

Quali sono le prossime scadenze?

L’iter al Senato è quasi concluso. Ora il testo andrà in aula, poi sarà trasmesso alla Camera. 

La sua commissione si occuperà anche della riforma delle Province.

Certo, tra poco cominceremo anche a discutere della reintroduzione del voto diretto nelle Province. Tutti i partiti sono favorevoli  alla restituzione agli elettori della possibilità di scegliere i consiglieri provinciali con le preferenze. Anche perché così aumenterebbe l’interesse dei cittadini rispetto alle attività importantissime che le Province svolgono. D’altra parte la nostra è una democrazia rappresentativa e purtroppo oggi  sempre più persone scelgono di non andare a votare. 

Lei fa parte anche della commissione che si occupa di sanità ed emergenze lavorative. Per quanto riguarda il primo tema, quali sono gli aspetti maggiormente al centro della discussione?

Affrontiamo tutti i giorni i problemi della sanità, e la Campania non è l’unica regione a soffrirne. Il governo sta investendo tantissimo in questo comparto. Penso ai 3 miliardi in più per ridurre le liste d’attesa, lunghissime anche al Nord, e migliorare i servizi. E’ inaccettabile che una donna debba aspettare un anno per fare una mammografia. E’ necessario e urgente fare qualcosa.

In Campania la sanità pubblica vive una fase critica, sul piano delle risorse e della sicurezza del personale medico. La sanità privata, in questo quadro, fa affari.

In commissione stiamo discutendo anche di questo. La sanità è un bene comune, che abbiamo costruito con tanta fatica e che appartiene a tutti gli italiani. Si deve sempre dare priorità alla sanità pubblica che è una risorsa vitale per il nostro Paese.

Passando all’emergenza lavoro, in Campania ci sono ancora molte vertenze aperte, con migliaia di persone che rischiano di perdere il loro posto di lavoro. Come state affrontando il problema in commissione?

Stiamo cercando di fare il possibile dialogando anche con il governo. La premier Meloni è molto sensibile alle emergenze sociali che affliggono la nostra regione. L’impegno che ha profuso su Caivano ne è la prova, E’ chiaro che bisogna fare sempre di più. Ma mi pare che sia stata presa la strada giusta.  

Oggi c’è stato il via libera alle nuove norme contro il femminicidio.

Sì. Purtroppo è una vera e propria emergenza, si verificano episodi gravissimi quasi ogni giorno. Non basta parlarne, bisogna agire. E la lotta deve cominciare dalla scuola.

È un problema culturale? La nostra è davvero una società patriarcale?

C’è sicuramente un problema culturale. Non si deve più parlare di differenze tra uomo e donna, a ogni livello. Abbiamo un premier donna e lei è la prova vivente che le donne, nei posti di potere, sanno fare molto meglio degli uomini.

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