Bava di lumaca e addio ai cerotti

NAPOLI – Garze, siringhe, mascherine, cerotti. Ogni giorno finiscono nella pattumiera tonnellate di rifiuti sanitari, che vanno necessariamente conferiti nella maniera corretta. I materiali per le medicazioni, i medicinali scaduti, e tutti i dispositivi usa e getta oltre ad inquinare possono essere anche pericolosi per gli operatori ecologici o chi vi entra in contatto perché possono contenere virus o batteri. Per questa ragione vanno conferiti nella frazione indifferenziata ed avviati allo smaltimento verso gli inceneritori. Tutto questo ha un’impronta significativa sull’ecosistema. Negli ultimi anni si sta studiando un modo per ridurre l’impatto ambientale di questa tipologia di rifiuti, migliorandone le componenti e studiando alternative compostabili. L’ultima buona notizia arriva dall’Asia, con uno studio condotto sulle lumache.

Pochi giorni fa sulla rivista scientifica Nature è stato pubblicato un articolo che racconta il progetto ( condotto da Deng, T., Gao, D., Song, X. e altri ricercatori) di realizzazione di un adesivo biologico naturale a base di bava di lumaca per la riparazione delle ferite. Le suture e le graffette chirurgiche sono il sistema utilizzato quasi sempre per la riconnessione dei tessuti lesi e la chiusura delle ferite, ma possono causare dolore, infezione del sito chirurgico e cicatrici cutanee. Trattamenti alternativi includono adesivi tissutali, come colla di fibrina e adesivi a base di PEG, che sono relativamente efficaci e indolori . Tuttavia, gli adesivi per tessuti attualmente disponibili mancano ancora di capacità di adesione all’umido e/o di biocompatibilità.


I ricercatori che hanno condotto lo studio sono partiti da un’intuizione. La bava secreta dalle lumache permette loro di mantenere un contatto conforme con le superfici lisce di rocce e alberi . Più di 2000 anni fa, le lumache di terra e la loro bava venivano utilizzate per trattare il dolore correlato a ustioni, ascessi e altre ferite. Sulla base di questa caratteristica di adesione naturale, la bava di lumaca può essere un potenziale adesivo biologico naturale per la riparazione delle ferite. E’ stato quindi studiato ed ideato un ipotetico adesivo biologico naturale dalla secrezione di lumaca. Sono state analizzate composizione e struttura, e chiarito il meccanismo della gelatinizzazione, valutando le proprietà di adesione in vitro e gli effetti in vivo sulla guarigione delle ferite.


E’ emerso che la matrice realizzata con la bava può aderire al tessuto umido attraverso molteplici interazioni. Il biomateriale presenta un’eccellente attività emostatica, biocompatibilità e biodegradabilità ed è efficace nell’accelerare la guarigione delle ferite cutanee di profondo spessore, sia nei ratti maschi normali che in quelli diabetici. Ulteriori studi meccanicistici mostrano che l’adesivo naturale promuove efficacemente la polarizzazione dei macrofagi verso il fenotipo antinfiammatorio, allevia l’infiammazione nelle ferite croniche e migliora significativamente la rigenerazione epiteliale e l’angiogenesi.


Il bioadesivo prodotto con la bava di lumaca, secondo i test, è biocompatibile e biodegradabile. Per arrivare a questa conclusione sono state studiate le sue proprietà. Ad esempio nel test di emolisi (processo di distruzione dei globuli rossi), i valori erano tutti all’interno dell’intervallo accettabile (<5%). I risultati suggeriscono poi un’eccellente compatibilità cellulare e sanguigna con questo tipo di medicazione naturale, circostanza che li rende sicuri come adesivi tissutali o medicazioni. La biodegradabilità e la biocompatibilità sono state valutate utilizzando una prova di incorporamento sottocutaneo sui ratti. E’ emerso che i materiali usati sono gradualmente scomparsi entro 21 giorni dall’incorporamento, e ciò ha indicato che l’adesivo alla bava di lumaca può essere completamente degradato. Anche l’incisione cutanea nei ratti trattati nel test è guarita completamente, senza evidenti cicatrici, il giorno 21, confermando ulteriormente la biocompatibilità del materiale.

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