Blackout, Venezuela in ginocchio: 80 bimbi morti

Erano ricoverati nell’ospedale universitario di Maracaibo nel reparto neonatale. Oggi scuole e uffici chiusi. Con 16 stati al buio Guaidò chiederà lo stato di emergenza

People queue outside a supermarket in Caracas, on March 10, 2019, during a massive power outage. - Sunday is the third day Venezuelans remain without communications, electricity or water, in an unprecedented power outage that already left 15 patients dead and threatens with extending indefinitely, increasing distress for the severe political and economic crisis hitting the oil-rich South American nation. (Photo by YURI CORTEZ / AFP)

CARACAS – Il Venezuela è in ginocchio. A quasi 72 ore dall’inizio del più grande blackout della storia, il Paese è completamente bloccato. Mancano i mezzi di trasporto e provviste primarie. Ma le notizie più drammatiche arrivano proprio dagli ospedali, che non possono utilizzare i macchinari salvavita.

Ospedali in crisi

“Secondo alcune informazioni almeno 80 sono i morti nel reparto neonatale dell’ospedale universitario di Maracaibo, Zulia, da quando è iniziato il blackout giovedì”, twitta Rubio, postando la notizia della tv venezuelana VPItv. E aggiunge: “se ingenti aiuti non saranno consegnati presto, il timore è che ci sarà una catastrofe senza precedenti”.

Stato di emergenza

Timore condiviso da Guaidò che ha deciso di chiedere al Parlamento di dichiarare lo Stato di emergenza nazionale e ha fornito una serie di dati in grado di delineare plasticamente la drammatica situazione nel paese: il blackout continua a lasciare al buio completo 16 stati del Venezuela, mentre altri sei hanno solo parzialmente l’energia elettrica. La totale assenza di elettricità è costata finora al settore privato, in un paese già economicamente in ginocchio, 400 milioni di dollari. Una situazione insostenibile che non sembra però preoccupare Maduro e i suoi, che continuano a postare tweet rassicuranti, pur correndo ai ripari. “Il governo bolivariano ha deciso di sospendere le lezioni e le attività lavorative lunedì 11 marzo – ha scritto il ministro della Comunicazione Jorge Rodriguez – per sconfiggere, con la forza della verità e della vita il brutale attacco terroristico contro il popolo. Insieme vinceremo”.

Maduro ‘tranquillo’

E poco dopo ha twittato Maduro, postando un video che lo riprende tranquillo e sicuro di sé mentre dà indicazioni ai governatori e li invita a mantenere la calma. “Continuiamo a lavorare per recuperare il sistema elettrico nazionale”, scrive, assicurando che “la macabra strategia di portarci ad uno scontro fallirà. Vinceremo!”.

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