Bologna: la Guardia di Finanza contesta la vera sede un e-commerce di lusso britannico

La Procura della Repubblica di Bologna, dopo le indagini condotte dal Comando Provinciale di Bologna, ha contestato a una società britannica, operante nel settore dell'e-commerce di lusso, la presenza di una fitta organizzazione boutique affiliate, situate in Italia

Foto Tonino Bonomo / LaPresse

BOLOGNA – La Procura della Repubblica di Bologna, dopo le indagini condotte dal Comando Provinciale di Bologna, ha contestato a una società britannica, operante nel settore dell’e-commerce di lusso, la presenza di una fitta organizzazione di boutique affiliate, situate in Italia. Gli accertamenti hanno infatti dimostrato come la società operasse a tutti gli effetti sul territorio italiano sin dal 2011. “In particolare – si legge nel comunicato diffuso dalla Guardi di Finanza – la società estera, senza mai formalizzare la propria presenza in Italia, assumere formalmente personale dipendente e avvia uffici e/o negozi, ha operato, in maniera assolutamente occulta, sfruttando boutique affiliate che, assumendosi ogni rischio, hanno messo a disposizione spazi fisici per lo stoccaggio di merce da vendere “indirettamente” sulla piattaforma”. La società ha potuto contare su oltre 200 partner italiani di altissimo profilo, dislocati nelle più rinomate vie dello shopping e strutturati in maniera tale da comporre una sorta di rete virtuale di magazzini, da identificarsi nelle singole boutique. “Sono stati passati al setaccio – si legge ancora – oltre 400 Gigabyte di dati, tra cui 21 mila mail, 20 mila conversazioni via chat, 800 mila immagini, 22 mila file di testo e metadati attraverso i quali è stato possibile, tra l’altro, procedere alla georeferenziazione dei soggetti e ricostruire le relazioni tra gli stessi”. La società ha già riconosciuto le contestazioni del fisco e ha proceduto a versare all’Erario, in un’unica soluzione, circa 12 milioni di euro per definire ogni pendenza relativamente agli anni dal 2015 al 2019. Si è impegnata, inoltre, attraverso la costituzione di una nuova società di diritto italiano. a versare le imposte, anche future, a partire da gennaio 2022. Si tratta del “primo caso, in Italia, di accertata esistenza di una stabile organizzazione occulta di una società estera operante nel settore dell’e-commerce la cui fixed place of business è stata ravvisata nell’abitazione dei dipendenti (home office)”, hanno spiegato ancora i finanzieri.

(LaPresse)

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