Catania, ex dipendente licenziato si vendica piazzando una bomba in ospedale: arrestato 47enne

Follia alle falde dell'Etna: Alessandro Ferrari dovrà rispondere di fabbricazione e porto del congegnano esplosivo.

Carcere
Foto LaPresse/Andrea Di Grazia

CATANIA – Era stato licenziato dall’ospedale Garibaldi Centro. Per vendicarsi, però, avrebbe piazzato nella sala dei server, dove lavorava come addetto ai sistemi informatici, una bomba incendiaria artigianale, programmata per esplodere nella notte tra l’8 e il 9 luglio.

La bomba conteneva mezzo litro di liquido infiammabile

Il progetto è fallito perché la spina è stata staccata dalla presa. Per la polizia l’autore del ‘tentato attentato’ è Alessandro Ferrari, 47 anni: l’uomo è stato ripreso dalle telecamere di videosorveglianza. Il responsabile dell’ufficio, notato l’ordigno, aveva avvertito la polizia, intervenuta immediatamente. Giunti sul posto, gli agenti della squadra mobile e del nucleo artificieri avevano individuato la bomba: due flaconi di plastica da mezzo litro contenenti liquido infiammabile. Erano collegati, grazie a un filo immerso al loro interno, ad un timer, a sua volta attaccato a una prolunga. Ma la spina della prolunga, precedentemente inserita nella presa, pronta a far esplodere l’ordigno, fortunatamente era stata prontamente staccata dal responsabile dell’ufficio. Nella stanza erano presenti anche altri 15 flaconi.

Complicata la situazione del 47enne fermato

Le forze dell’ordine avevano sequestrato l’ordigno e una pietra, usata per infrangere il vetro e piazzare la bomba. La presenza dell’ordigno  è stata segnalata alla polizia la notte del 9 luglio. Qualcuno avrebbe notato il marchingegno all’interno della sala server del primo piano del complesso ospedaliero, la stessa dove lavorava Ferrari prima del licenziamento. Nei giorni precedenti il responsabile dell’ufficio amministrativo aveva denunciato il furto di un badge per accedere ai locali e di un pc, lo stesso recuperato a casa di Ferrari. L’uomo è stato fermato dalla polizia e il gip ha convalidato gli arresti domiciliari. Dovrà rispondere di fabbricazione e porto del congegnano esplosivo. Oltre al furto di un computer recuperato all’interno della sua abitazione.

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