Borsa: cautela e occhi puntati su Fed, Bce mette in guardia contro scenari avversi

Foto AP / Richard Drew

MILANO – I mercati avviano la settimana con andamento volatile, dopo la scottatura di una settimana lasciata dall’inflazione Usa di agosto oltre le attese. A tenere in sospeso le Borse mercoledì c’è il prossimo meeting della Fed, che potrebbe vedere il cammino della stretta monetaria a stelle e strisce nell’ordine dei 75 punti base, anche se non si esclude un atteggiamento ancora più ‘falco’. L’incognita è il livello ‘neutro’ dei tassi, che le banche centrali devono fissare per fronteggiare l’inflazione contenendola entro il target del 2% senza deprimere l’economia.

Piazza Affari ha concluso la seduta in lieve rialzo, con il Ftse Mib che guadagna lo 0,14% a 22.140,73 punti dopo un avvio molto debole in flessione di quasi l’1%. Nella fase finale degli scambi l’indice ha raggiunto il massimo intraday di 22.265,50 punti. Le europee hanno concluso la giornata miste, con il Dax di Francoforte che guadagna lo 0,49% a 12.804,11 punti, mentre il Cac di Parigi lascia sul terreno lo 0,26% a 6.061,59 punti. L’Ibex di Madrid ha chiuso appena sopra la parità a +0,08%, a 7.990,77 punti. La Borsa di Londra è rimasta chiusa per le esequie della regina Elisabetta II.

Wall Street ha rispecchiato le cautele delle piazze europee nella prima metà della seduta, arrivando a portarsi appena sotto la parità su tutti gli indici. Lo spread tra Btp e Bund tedesco ha archiviato la giornata in lieve calo a 226 punti base per lo spread tra Btp e Bund tedesco, con il rendimento del decennale italiano al 4,04% sul mercato secondario. In giornata due interventi, di Luis De Guindos e Andrea Enria, hanno ricordato ai mercati che la stretta monetaria resta fissa all’orizzonte della Banca centrale europea.

De Guindos, vicepresidente della Bce, ha affermato in un evento finanziario a Madrid che la Bce dovrà proseguire nell’opera di normalizzazione della politica monetaria, evitando gli effetti secondari per l’economia. Enria, presidente del Consiglio di vigilanza della Bce, ha spiegato che l’Eurotower sta chiedendo alle banche europee di rivedere l’esposizione patrimoniale verso i settori che potrebbero risentire dei prezzi dell’energia e dell’aumento dei tassi di interesse.

Le banche europee hanno una posizione patrimoniale solida, ha spiegato Enria, ma i modelli previsionali impiegati dalle banche a volte tendono a restituire un quadro eccessivamente positivo, anche se è il caso di tenere conto di uno scenario potenziale “grave” nelle proiezioni che gli istituti conducono sull’andamento dei coefficienti patrimoniali, alla luce di possibili razionamenti del gas sul continente.

Per Joachim Fels, Global Economic Advisor di Pimco, “la Fed sembra destinata a continuare la stretta a questo ritmo” e forse “ancora a novembre e dicembre. Inoltre, i mercati stanno prezzando una probabilità superiore al 50% che la prossima mossa della Banca of England e della BCE sia un rialzo di 75 punti base piuttosto che di 50”.

E “il perché i 75 punti base siano la nuova normalità in questa fase del ciclo di inasprimento è ovvio: di fronte a continui e massicci overshoot dell’inflazione, le banche centrali si stanno concentrando fortemente sul mantenimento dell’ancoraggio delle aspettative di inflazione a lungo termine. Attualmente i funzionari sembrano tutti guidati dal vecchio detto secondo il quale solo i falchi vanno nel paradiso dei banchieri centrali e sono quindi determinati, per usare le parole di Jerome Powell, a ‘continuare così finché il lavoro non sarà finito'”.(LaPresse)

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