Piazza Affari debole nonostante Draghi: rialzo di Tim, spread a 312 pb

Dopo le tensioni di ieri sul fronte Brexit, in scia alle dimissioni di quattro ministri, il mercato è tornato a guardare alle prospettive economiche e alle tensioni commerciali in vista del G20 di fine mese

MILANO (AWE/Finanza.com) – Piazza Affari fallisce il tentativo di rimbalzo e l’indice Ftse Mib rimane sotto la soglia dei 19 mila punti. Chiudendo a 18.878 con un arretramento dello 0,14% rispetto alla seduta precedente e riavvicinando pericolosamente i minimi di periodo. Dopo le tensioni di ieri sul fronte Brexit, in scia alle dimissioni di quattro ministri, il mercato è tornato a guardare alle prospettive economiche e al tensioni commerciali in vista del G20 di fine mese.

L’andamento di Piazza Affari

L’umore degli investitori, in tutta Europa, non è però dei migliori: le piazze azionarie di Francoforte, Londra, Parigi e Madrid chiudono tutte in moderato ribasso. Questo nonostante in mattinata Mario Draghi abbia acceso i riflettori sulle prossime mosse della Bce, confermando la conclusione del quantitative easing a fine anno. Ma lasciando anche aperta la porta a eventuali modifiche di percorso per il rialzo dei tassi – attesi invariati almeno per tutta l’estate 2019 – se il mutato scenario economico lo richiedesse.

Cala leggermente lo spread tra Btp e Bund, che si mantiene comunque sopra i 310 chiudendo a quota 312,3 punti base. Col rendimento del decennale italiano al 3,49% sul mercato secondario.

Rialzo per Brembo e Tim

Tra i singoli titoli scatto di Brembo, che guadagna la testa dell’indice principale con un progresso del 2,19% a 9,32 euro. Segno più anche per Tim, in netto rialzo dell’1,9% a 0,52 euro in attesa di sapere chi sarà il prossimo amministratore delegato e col cda per la nomina è previsto per domenica. Vendite invece su Stmicroeletronics, scivolata indietro dell’1,54% a 12,16 euro. A pesare sono i timori per una debolezza della domanda globale di chip.

Le vendite dei colossi statunitensi

Dopo le preoccupazioni che si sono scatenate nei giorni scorsi sui fornitori di Apple, che potrebbero dover fare i conti con un rallentamento delle richieste di iPhone, si sono aggiunti gli avvertimenti di Nvidia e Applied Materials. I due colossi statunitensi dei semiconduttori hanno riportato conti trimestrali inferiori alle attese e snocciolato previsioni deboli per il trimestre in corso.

Nuovo calo marcato per Prysmian, che cede il 2,74% a 16,14 euro a due giorni dalla presentazione dei numeri trimestrali. Giornata deludente anche per le banche, e in particolare per Ubi (-2,59% a 2,56 euro), Bper (-1,81% a 3,35 euro) e Intesa Sanpaolo (-1,76% a 1,91 euro).

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