Brexit: domani il via al piano B del Parlamento

LONDRA – La Camera dei Comuni ha approvato un emendamento sulla Brexit destinato a dare la precedenza domani al voto su proposte alternative di piano B promosse in Parlamento, rispetto all’eventuale terzo tentativo di ratifica dell’accordo May. E quindi a passare il controllo dell’iter a Westminster. L’emendamento, promosso dai Tory dissidenti Oliver Letwin e Dominic Grieve e dal laburista Hilary Benn, ha ottenuto 329 sì e 302 no.

Si dimettono i sottosegretari

Si tratta di Richard Harrington, sottosegretario alle Attività Produttive, Alistair Bury, sottosegretario agli Esteri, e Steve Brine, sottosegretario alla Sanità. Hanno abbandonato il governo dopo aver votato in dissenso dalla linea ufficiale dell’esecutivo e del Partito Conservatore a favore di un emendamento sulla Brexit che attribuisce più potere al Parlamento sulla presentazione di piani B alternativi alla linea May. La Camera dei Comuni ha bocciato un ultimo emendamento alla mozione governativa sulla Brexit presentato dalla ex ministra laburista Margaret Beckett per obbligare il governo di Theresa May a concedere alla Camera dei Comuni di votare sulla richiesta a Bruxelles di un rinvio prolungato dell’uscita dall’Ue se entro il 5 aprile l’unica altra possibilità rimasta sul tavolo fosse un no deal. L’emendamento Beckett, il cui obiettivo dichiarato era quello di rafforzare il no della Camera all’ipotesi no deal e ad assicurare più tempo in caso di stallo persistente per determinare un nuovo approccio sull’uscita dall’Ue, ha ottenuto 311 voti a favore e 314 contro. L’esecutivo, dopo la sconfitta sull’emendamento favorevole a dare più poteri al Parlamento per dibattere proposte di piano B, su questo secondo testo è riuscito quindi a mantenere una maggioranza.

No ad altro referendum

La posizione del governo britannico contro un secondo referendum sulla Brexit non cambia, malgrado la manifestazione di un milione di sostenitori pro Remain a Londra. Lo ha ribadito Theresa May, rispondendo alla polemica di un deputato Tory brexiteer contro il suo ministro del Tesoro, Philip Hammond, sull’argomento. “La posizione del governo è che bisogna attuare il risultato del primo referendum”, ha detto la premier, notando che Hammond s’è limitato a riconoscere che la proposta di un referendum bis abbia dei sostenitori alla Camera.

May non molla

“C’è un lavoro da fare e intendo continuare a svolgerlo”. Così la premier Theresa May ha risposto ai Comuni a una deputata indipendentista scozzese dell’Snp che le chiedeva se immagina di restare premier anche per la prossima fase dei negoziati sulla Brexit sulle relazioni future con l’Ue. La premier Tory è anche tornata sulle sue accuse di inazione rivolte al Parlamento, dicendo di essere “rammaricata” per il fatto che alcuni deputati siano poi stati bollati come traditori, ma senza chiedere apertamente scusa come le chiedevano i laburisti.

Il decreto Brexit in Gazzetta Ufficiale

Il provvedimento, approvato dal governo lo scorso 20 marzo in vista dell’eventualità di un’uscita del Regno Unito dall’Ue senza un accordo, sarà quindi in vigore da oggi, martedì 26 marzo.

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