Brexit, Europarlamento alza la voce: Londra faccia proposte concrete. Johnson invita Sassoli

Foto Vincenzo Livieri / LaPresse in foto Michel Barnier, capo negoziatore Ue per la Brexit

BRUXELLES(BELGIO) “A tre anni dal referendum siamo al momento della verità”. Usa toni solenni il capo negoziatore Ue per la Brexit, Michel Barnier nel dibattito al Parlamento europeo sulle trattative con il Regno Unito. “La situazione è grave”, aggiunge il francese e le “conseguenze sono maggiori di quello che si dica”. Lo scenario di un’uscita di Londra senza un accordo è più che mai “reale”, precisa poi il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker che lunedì ha incontrato il premier britannico Boris Johnson a Lussemburgo.

“Il Regno Unito non ha messo sul tavolo fino ad ora alcuna proposta concreta, eppure il Regno Unito continua a mettere paletti”, ha sottolineato Tytti Tuppurainen, ministro degli Affari europei. Al di là delle buone intenzioni, l’Unione europea aspetta ora “idee concrete, dettagliate e operative” per uscire da questa situazione di stallo dovuta al rifiuto del governo britannico di accettare il meccanismo di salvaguardia, il cosiddetto ‘backstop’ alla frontiera irlandese.

“Uno scenario da no-deal sarebbe totalmente responsabilità” di Londra, ribadisce la risoluzione approvata a larga maggioranza dal Parlamento europeo al termine del dibattito; un documento che ricorda come “gli obblighi finanziari” verso l’Ue “continueranno ad esistere” anche nello scenario di un’uscita del Regno Unito. “Non sarà approvato nessun accordo che non preveda il backstop o un “meccanismo alternativo di salvaguardia” sottolinea ancora il testo della risoluzione.

Il Parlamento si schiera a salvaguardia della pace in Irlanda e dell’accordo del Venerdì Santo che il backstop intende proteggere evitando che sia ripristinata una frontiera fisica reale. Al centro delle preoccupazioni dei deputati ci sono gli interessi dei cittadini europei. Sono circa 3 milioni gli europei che vivono nel Regno Unito, di cui circa 700mila sono italiani.

Per tutelarli Guy Verhofstadt vuole un registro automatico degli europei integrati nella società britannica. “Chiediamo che il governo del Regno Unito salvaguardi i diritti dei cittadini. Invece di interpretare il furioso Hulk, il signor Johnson dovrebbe essere ispirato dalla ‘nanny’ premurosa, la signora Doubtfire” scherza il leader liberale belga.

La porta tuttavia non si chiude

“Siamo pronti a sostenere una proroga dell’articolo 50, se il Regno Unito lo chiederà, ma solo come strumento chiaro per scongiurare un’uscita senza accordo, con una chiara prospettiva”, ha spiegato Brando Benifei, capo delegazione del Pd. Una proroga che deve essere giustificata da nuove elezioni, un nuovo referendum o una prospettiva di un accordo negoziato, recita la risoluzione.

Ed ecco che anche il premier britannico Boris Johnson scopre il Parlamento europeo e chiama direttamente il suo presidente David Sassoli e lo invita a Londra. Johnson ha espresso l’auspicio di trovare un accordo positivo per l’uscita del Regno Unito dall’Unione europea, un auspicio condiviso dai 27 stati membri. Nel corso della telefonata, il presidente Sassoli ha sottolineato che ogni accordo dovrà essere approvato da entrambi i Parlamenti, dal Regno Unito e di Strasburgo, e che le istituzioni europee sono pronte a discutere ogni proposta scritta. (LaPresse)

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