C.destra, Meloni spinge su voto se Draghi al Colle: “Cav nostra prima scelta”

Se Mario Draghi a febbraio dovesse spostarsi da palazzo Chigi al Quirinale il centrodestra compatto chiederebbe il voto anticipato. E' questa la linea della coalizione, almeno stando alle parole di Giorgia Meloni.

Foto Roberto Monaldo / LaPresse

ROMA– Se Mario Draghi a febbraio dovesse spostarsi da palazzo Chigi al Quirinale il centrodestra compatto chiederebbe il voto anticipato. E’ questa la linea della coalizione, almeno stando alle parole di Giorgia Meloni. “Sono convinta che Matteo Salvini non ha cambiato idea sulle elezioni. Ci ho anche parlato, e so che la Lega esattamente come Fdi e Forza Italia sono forze che non hanno mai indietreggiato di fronte al tema della libertà dei cittadini di scegliersi un governo”, spiega la presidente del partito da via della Scrofa, sottolineando che “su questo siamo tutti d’accordo e penso che nessuno abbia cambiato idea”. Se ci sarà l’occasione, quindi, il centrodestra spingerà per un ritorno alle urne. Nei giorni scorsi anche da via Bellerio avevano spiegato che il Carroccio “è pronto ad andare al voto per le politiche in qualsiasi momento”. E nelle ultime ore Salvini è stato esplicito sul tema parlando di elezioni come “via maestra”. Allo stato attuale, tuttavia, è impossibile fare previsioni su quello che accadrà nei prossimi mesi. Anche perché, è il timore di Salvini, “molti parlamentari, a partire dai 5S, faranno di tutto per evitare le elezioni anticipate”.

Intanto, dentro e fuori il Parlamento il toto-nomi impazza da settimane. E quello di Silvio Berlusconi resta d’attualità nonostante il Cav abbia fatto sapere ai suoi di non voler recitare il ruolo di candidato di bandiera. “Ovviamente è la nostra prima scelta – sottolinea Meloni -. Lo abbiamo sostenuto più volte come presidente del Consiglio, figuriamoci quindi se Fdi non lo sosterrebbe alla presidenza della Repubblica”. “Secondo noi avrebbe le carte in regola per fare questo lavoro – spiega – ma bisogna valutare i numeri”. E non solo. L’altra incognita sul tavolo riguarda appunto Draghi. “Bisogna vedere cosa voglia fare, se intende candidarsi oppure no”, aggiunge la leader di Fdi ammettendo che se il premier salisse al Colle “ragionevolmente si dovrebbe tornare a votare, e sicuramente questo è un punto a suo favore”. Ad auspicare una permanenza a Chigi dell’ex n.1 della Bce è stato però proprio Berlusconi, secondo cui Draghi dovrebbe chiudere la legislatura a capo dell’esecutivo, e magari “svolgere una funzione importante” anche dopo il 2023.

Insomma la situazione nella coalizone è tutt’altro che chiara, tanto che per Osvaldo Napoli “regna una confusione non so se più deplorevole o pericolosa o se entrambe le cose”. “Il centrodestra unito nel voto anticipato lo ha visto finora soltanto Meloni – attacca il deputato di Coraggio Italia -. Come può uno schieramento essere credibile, non solo agli occhi degli elettori, ma degli altri governi europei visto che non riesce a coordinarsi neanche per la scelta del candidato sindaco di Pescorocchiano? Salvini si dice pronto a chiedere il voto anticipato ma teme che il M5s si sfili e rimanga al governo, con il risultato che la Lega si trovi fuori dall’esecutivo e senza il voto anticipato. Siamo veramente ai capricci da asilo Mariuccia da parte di leader che dovrebbero esprimere il massimo della responsabilità nel momento in cui è il Paese a chiederla per tirarsi fuori dalla più grave crisi della Repubblica”.

Di Ronny Gasbarri

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