Caccia ai condannati di Forcella, il padre di Genny a ’carogna ammanettato al porto

La mala di Forcella. Deve scontare una condanna a 18 anni e sei mesi di reclusione resa definitiva dopo la sentenza della Cassazione

NAPOLI – Lo hanno intercettato al Porto, in Calata Porta di Massa. Lo cercavano da mercoledì perché dovevano notificargli un ordine di carcerazione dopo che, a 14 anni dall’inchiesta, la Cassazione ha reso definitive numerose condanne nei confronti di soggetti coinvolti nell’operazione ‘Piazza Pulita’. Nel pomeriggio di venerdì gli agenti del commissariato Vicaria- Mercato hanno fermato presso lo scalo marittimo, dopo che era appena sbarcato da un aliscafo proveniente da Ischia, Ciro De Tommaso, 69 anni, e gli hanno notificato un ordine di esecuzione per la carcerazione emesso dalla Procura Generale della Repubblica presso la Corte di Appello di Napoli, Ufficio esecuzioni penali.

Secondo quanto stabilito in Cassazione il 69enne dovrà scontare una pena di 18 anni e 6 mesi di reclusione per associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti aggravata dal metodo mafioso. Ma chi è Ciro De Tommaso? Il suo soprannome è Ciccio ‘a Carogna, lo stesso del figlio Genny, l’ex narcotrafficante e capo ultrà dal 2019 collaboratore di giustizia, divenuto famoso dopo la trattativa con le forze dell’ordine prima della partita Fiorentina-Napoli il 3 maggio del 2014. Ma Ciro De Tommaso è anche il nonno del giovane che ha il suo stesso nome e che finì in manette a seguito della rapina del 4 ottobre scorso, in cui morì il 17enne Luigi Caiafa, ucciso da un proiettile esploso da un agente di polizia contro il quale il ragazzo aveva puntato un’arma. Ciro De Tommaso jr era insieme a lui quel giorno.

Lo scorso 8 aprile il 19enne, al termine del processo celebrato con il rito abbreviato, ha rimediato 6 anni e 2 mesi per rapina, armi e ricettazione. Una pena decisamente inferiore rispetto alla richiesta del pubblico ministero che si era espresso per 12 anni di reclusione. Ma torniamo al nonno. Nel febbraio del 2015, il 69enne fu ferito nel corso di un agguato. Fu affrontato da due sicari in scooter in via Vicaria Vecchia, nel cuore di forcella. Gli esplosero contro sei colpi di pistola mentre si trovava all’esterno del suo bar. Quattro proiettili lo raggiunsero alla gamba destra, due alla mano destra che l’uomo aveva abbassato istintivamente per proteggersi le ginocchia. Il commando entrò in azione davanti alla Caffetteria San Giorgio che si trova davanti all’istituto scolastico comprensivo in cui c’è si trova l’asilo nido dedicato ad Annalisa Durante.
De Tommaso fu ricoverato in ospedale con una prognosi di 30 giorni.

Fino al 2019 era scomparso dai radar delle forze dell’ordine, per poi uscire allo scoperto dopo che, nel 2019, si diffuse la notizia che il figlio Gennaro era passare dalla parte dello Stato. Ciccio ‘a Carogna fu intervistato in tv e, in quel contesto, affermò di disconoscere suo figlio che ai magistrati stava “raccontando un sacco di bugie”. Una posizione forte che gli ha anche consentito, in un certo senso, di proteggere la sua famiglia da eventuali ritorsioni della mala di Forcella. Un malavitoso di altri tempi Ciccio ‘a Carogna che fu coinvolto nella più grande retata degli ultimi 20 anni, quella partita dall’inchiesta Piazza Pulita. Il nome di Ciro De Tommaso compariva nell’elenco delle centinaia di persone arrestate con l’ordinanza di custodia cautelare contro i clan Mazzarella e Giuliano nel marzo del 2007. Imponenti i numeri dell’operazione: quasi duecento persone arrestate dopo tre anni di indagini e mille agenti impegnati per raccogliere informazioni sulle due cosche. Ventotto furono le donne in manette: per gli investigatori, erano addette alla vendita e al trasporto dello stupefacente. In carcere finirono intere famiglie.

Gli uomini gestivano l’acquisto e l’importazione della cocaina, soprattutto dalla Spagna e dall’Olanda. I proventi della vendita di droga, insieme al denaro derivante da altre attività illecite (estorsioni, Toto e Lotto nero) confluivano in una cassa comune: cinquantamila euro al mese. Decisive per l’operazione Piazza Pulita le rivelazioni dei collaboratori di giustizia. L’indagine passò in rassegna le attività dei clan operanti soprattutto nel centro antico di Napoli e dediti allo spaccio di droga, soprattutto cocaina e hashish. Dopo il pentimento di diversi esponenti di primo piano del clan Giuliano, le attività criminali nel territorio furono gestite dalla cosca capeggiata dai Mazzarella. Da quel momento il vecchio clan Giuliano cominciò a perdere porzioni di territorio, fino quasi a scomparire. Una lunga dinastia quella dei Giuliano. Il clan si adoperò per annientare Cutolo nella prima metà degli anni Ottanta, quando si inserì stabilmente nell’organizzazione detta Nuova Famiglia, creata con il solo intento di distruggere il boss di Ottaviano.

Poi le guerre negli anni Novanta e i numerosi pentimenti hanno destrutturato la cosca. Le esecuzioni di pena d Piazza Pulita sono l’ultimo atto di quell’inchiesta. Il gruppo De Tommaso, invece, ha avuto una sua evoluzione negli anni, sempre legata al traffico di droga. Nel 2016 alcuni componenti della famiglia finirono in manette per narcotraffico con l’Olanda. Le indagini, particolarmente complesse, permisero di scoprire l’esistenza di diversi gruppi criminali che operavano nel settore degli stupefacenti. Un’attività, quella delle forze dell’ordine, iniziata nel 2009 e che permise, durante il suo sviluppo di arrivare all’arresto di altri soggetti e, soprattutto, al sequestro di ingenti quantitativi di droga.

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