Calcio, l’Inter viaggia veloce e si coccola Eriksen: “Mai pensato di scappare”

I numeri sono freddi, mancano di anima, eppure mai come in questa stagione dell'Inter targata Conte riscaldano il cuore dei tifosi nerazzurri e garantiscono di fare il pieno di ottimismo.

Foto LaPresse - Fabio Ferrari

ROMA – I numeri sono freddi, mancano di anima, eppure mai come in questa stagione dell’Inter targata Conte riscaldano il cuore dei tifosi nerazzurri e garantiscono di fare il pieno di ottimismo. Dopo aver tagliato il traguardo delle 100 vittorie in serie A raggiunto nella sfida contro il Napoli dello scorso dicembre, la 500esima panchina in carriera del tecnico pugliese (onorata per la verità in tribuna) coincide con il successo sul Torino che segna probabilmente la svolta vera della stagione: otto vittorie consecutive, un vantaggio di nove punti sulla diretta inseguitrice ad appena 11 partite dalla fine. Con il Milan che arranca e la Juve che prova una disperata rincorsa con dieci punti di svantaggio (ma con una partita in meno). In casa nerazzurra niente di meglio per guardare al prossimo mese e mezzo con fiducia. Lo Scudetto si fa sempre più vicino e stavolta solo lei, con un’azione da karakiri, può buttarlo via.

Orfana dell’Europa, libera da impegni anche con la Coppa nazionale, l’Inter da quando ha avuto la possibilità di gestire gli impegni e giocare una sola volta alla settimana vola e sempre davvero irraggiungibile. Non ha solo ritrovato la Lu-La, tornata a risplendere dopo un breve periodo di oscurità ma il valore aggiunto di questo finale di stagione è nei piedi e nella testa di Christian Eriksen, l’uomo che doveva essere destinato a cambiare aria nel mercato di gennaio perchè non funzionale alla squadra come aveva certificato lo stesso Beppe Marotta. Ora il danese, che si è guadagnato all’ultimo secondo la conferma con la punizione magistrale realizzata nel derby di Coppa Italia contro il Milan, è il cuore pulsante di questa squadra mostrandosi decisivo e intraprendente come mai si era visto in un anno di militanza in nerazzurro.

“E’ stato un anno duro e impegnativo, con alti e bassi, ma ora mi sento come se fosse arrivato il mio momento. Quando dicevo certe cose, non volevo intendere che volessi scappare in qualche modo. Volevo davvero lottare per il mio posto, cosa che ho sempre dovuto fare. Ero sicuro che se fosse arrivata la mia occasione, probabilmente l’avrei colta. E’ stato però un periodo mentalmente difficile”, ha dichiarato il centrocampista all’emittente danese Sport Tv2 il centrocampista proveniente dal Tottenham arrivato quasi come il salvatore della patria a gennaio del 2020. Dopo mesi in salita, proprio lui che si era fatto fotografare ala Scala di Milano, annunciando di poter dirigere l’orchestra Inter al meglio, ha iniziato a mettersi il peggio alle spalle. “Essere un giocatore dell’Inter è sempre stato divertente ma ovviamente al momento è più bello visto che posso giocare di più”, ha aggiunto. Questa Inter adesso sembra non poter fare a meno delle giocate geometriche del danese che hanno reso a squadra più concreta ed equilibrata. Sensazioni raccolte anche dall’amministratore delegato di Pirelli, Marco Tronchetti Provera che fa gli elogi all’allenatore. “E’ un grandissimo, ovunque è andato ha fatto esprimere al massimo le sue squadre. Onore a lui per le sue capacità”. E un plauso intende farlo anche alla società alle prese con una situazione economica non proprio favorevole: “E’ presente e solida, ha mantenuto equilibrio in una situazione complicata nonostante l’azionista si sia allontanato per la pandemia”. Le sfuriate della scorsa estate e gli sfoghi di qualche mese fa di Conte sembrano davvero quantomai lontani.

di Luca Masotto

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