Caldoro a “Cronache”: “La battaglia sulle autonomie per compattare il centrodestra”

NAPOLI – Politicamente messa all’angolo da M5S e Lega, Forza Italia tenta di riconquistare le luci della ribalta con un’operazione comunicativa più che politica, quella dei ‘gilet azzurri’ che a breve scenderanno in piazza. Ma per riconquistare consenso c’è bisogno di sostanza, di battaglie chiare. Per il capo dell’opposizione in Consiglio regionale Stefano Caldoro, intervistato da ‘Cronache’, è su questo che si baserà il risultato dei prossimi appuntamenti elettorali. 

Martedì il consiglio regionale si riunirà per affrontare il tema autonomie. Una sua battaglia storica che oggi è al centro dell’agenda del governo giallo-verde. Qual è la sua posizione? 

Ci troviamo dinanzi la grande sfida di cambiamento e modernizzazione del Paese, l’autonomia va sostenuta, non è solo la battaglia di alcune regioni come Lombardia e Veneto E’ una battaglia nazionale. Tra qualche giorno parte la raccolta firme per il referendum utile ad avviare concretamente il nostro percorso. Sono convinto che possa aiutare il Sud, chiaramente se si resta nell’alveo delle garanzie previste dalla Costituzione nell’articolo 119 nel quale si parla di uniformità di diritti civili e sociali che riguardano sanità, trasporto, sicurezza e istruzione. 

Ma il Sud e la Campania sono pronti per questa sfida? 

Va completato il lavoro sui livelli standard che devono essere uniformi dall’ultima città del Sud all’ultima città del Nord. Questo è un modo per rendere il paese più moderno. Va applicata la legge 42, ricordata come legge Calderoli, ma scritta a più mani con Berlusconi che è la legge deroga sul federalismo fiscale e garantisce tutti i passaggi per completare questo percorso. 

Chi sono i nemici di questa riforma?

Il nemico principale finora è stata la Sinistra che ha balbettato. Prima contestava la Legge 42 attaccando chi al Sud aveva accettato le condizioni di Calderoli, e oggi, invece, dice che quella legge va applicata. Sicuramente la responsabile è della Sinistra e delle sue amministrazioni. Guardiamo alla Regione Campania. Non è stato fatto niente, si è arrivati impreparati a questo appuntamento e oggi dobbiamo recuperare un ritardo enorme. I cambiamenti che si stanno verificando sono grandi e probabilmente ne avremo anche di nuovi, ma il processo dell’autonomia e delle riforme è una grande sfida. Il Sud dovrebbe avere un progetto comune.

In Campania si andrà al voto per le Regionali il prossimo anno. I 5 Stelle restano in pole e tra Lega e Fi ci sono distanze. Crede che queste possano essere colmate? 

Rafforzare l’alleanza del centrodestra si può se ci sono basi programmatiche comuni, altrimenti diventa una somma di partiti fatta per vincere le elezioni. La battaglia che può vederci uniti è proprio quella sulle autonomie, per questo il tema è importante. Dai dati che abbiamo, i 5 Stelle hanno perso al Sud 15 punti. Questo vuol dire che oggi il centrodestra è pari al Movimento. Quello che preoccupa è il crollo del centrosinistra perché gli ultimi sondaggi al Sud raccontano di oltre 20 punti di distanza dalle altre coalizioni. Sono fuori gioco. Noi e i 5 Stelle ce la giochiamo per le Regionali. 

Il fatto che il centrosinistra rischi l’estinzione gioca a favore di chi? E’ un problema per la politica? Gran parte di quel voto lo sta prendendo il Movimento 5 Stelle, come già successo alle Politiche. Ma non le sembra che invece i grillini si stiano spostando a destra? 

Con il reddito di cittadinanza non direi, anzi con questa misura c’è il ritorno alla vecchia sinistra assistenzialista, quella non riformista. Però ad oggi non darei nulla per scontato, certo è che il centrosinistra non è in partita. La battaglia sulle autonomie la vede in prima linea, ma dietro di lei non sembrano esserci altri azzurri. Le dichiarazioni della Carfagna in merito non combaciano in pieno con la sua linea… Ho avuto l’incarico da Berlusconi ma tutti i parlamentari hanno sposato la stessa idea. Non ci sono state divisioni rispetto alla posizione che ho espresso. Sul rapporto da avere con la Lega sull’autonomia c’è stata l’unanimità. Tajani, Gelmini, Galliani, Berlusconi: tutti sono d’accordo. 

Il fatto che siate partito di opposizione in che maniera incide?

E’ una cosa che va tenuta in considerazione. E’ ovvio che si debba avere un profilo polemico, il giudizio su questo governo non può essere che negativo su tutti i fronti. Purtroppo è la parte del contratto di governo voluta dai 5 Stelle a creare difficoltà. Più del 50% del contratto è stato scritto a loro favore visto che erano, in quella fase, la forza predominante. Proposte come il reddito di cittadinanza sono da condannare. 

Organizzazione in vista delle elezioni europee: non è molto chiara la vostra posizione rispetto all’Ue… 

Mi pare che 5 Stelle e Lega dopo aver annunciato misure estreme abbiano fatto passi indietro. L’Europa va cambiata, ma non è possibile pensare a un’Italia che ne resta fuori. Fi è consapevole di questo, va riformata l’Ue che non è stata solidale e che ha guardato troppo al Nord. Credo che la posizione del centrodestra debba essere questa. 

La Russa dalle colonne di ‘Cronache’ ha detto che se Fi non si evolve rischia di restare fuori dal centrodestra. Che ne pensa?

Autonomia e battaglie in Parlamento: non mi pare siano vicende di retroguardia. Siamo pronti a riprendere anche la battaglia sul presidenzialismo. La nostra deve essere una repubblica federale e presidenziale. 

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