Giuliana De Sio a “Cronache”: “Sono come un gatto. Animale elegante, autonomo e senza vincoli”

L'attrice in scena a Capua si racconta

CAPUA Giuliana De Sio in scena al Teatro di Capua. Artista di origine campane, è nata a Salerno il 2 aprile del 1957. Sorella minore della cantante Teresa, ha vissuto i primi anni della sua vita a Cava de’ Tirreni. Poi, dopo aver concluso gli studi, si è trasferita a Roma, all’età di diciotto anni. E’ nella capitale che in tre giorni prende parte a tre provini, uno per la televisione e due per il teatro. Viene scelta per ognuno di essi ma opta per la televisione. Il suo esordio come attrice avviene nel 1977 con ‘Una donna’, sceneggiato in onda sulla Rai tratto dal romanzo omonimo di Sibilla Aleramo. L’anno successivo recita in ‘Le mani sporche’, sceneggiato tv scritto da Jean-Paul Sartre. Recita poi accanto a Marcello Mastroianni, diretta da Elio Petri, con cui successivamente sarà protagonista di una storia amorosa. Nel 1983 ottiene un triplice successo al cinema con ‘Scusate il ritardo’, con la regia di Massimo Troisi, ‘Sciopèn’, di Luciano Odorisio, e ‘Io, Chiara e lo Scuro’, di Maurizio Ponzi, grazie al quale vince un Nastro d’Argento e un David di Donatello. Il film, che vede come protagonista Francesco Nuti, ha anche un sequel uscito due anni più tardi, con ‘Casablanca, Casablanca’, diretto dallo stesso Nuti. Recita poi per Pasquale Festa Campanile in ‘Uno scandalo perbene’, per Giuseppe Ferrara in ‘Cento giorni a Palermo’, per Mario Monicelli in ‘Speriamo che sia femmina’ e per Francesco Massaro in ‘Ti presento un’amica’. Nel 1988 è sul grande schermo con ‘Se lo scopre Gargiulo’, con la regia di Elvio Porta, prima di ritrovare dietro la macchina da presa Monicelli ne ‘I picari’. Poi, ancora, tanto cinema e la fiction ‘Il bello delle donne’, in onda su Canale 5 con un cast tutto al femminile. Nel frattempo a teatro è protagonista de ‘Il laureato’, rappresentazione teatrale ispirata al celebre film diretto da Mike Nichols, nella quale interpreta la signora Robinson e nel settembre del 2012 è in televisione con ‘L’onore e il rispetto – Parte terza’, fiction in onda su Canale 5 in cui veste i panni di Tripolina, una mafiosa siciliana. Sempre per Mediaset recita in ‘Rodolfo Valentino – La leggenda’, ‘Furore – Il vento della speranza’, fiction ambientata negli anni sessanta in cui impersona una sindacalista siciliana. Poi ancora cinema con ‘Vorrei vederti ballare’, di Nicola Deorsola, ‘Ci vediamo a casa’, di Ponzi, e ‘Il console italiano’, di Antonio Falduto. Tra il 2013 e il 2014 si aggiudica il Premio Roma Fiction Fest, che le viene assegnato per la sua interpretazione di Concetta De Nicole ne ‘L’onore e il rispetto’. Riceve anche un Telegatto grazie a ‘Furore’, votata dal pubblico di ‘Tv Sorrisi e Canzoni’ come migliore fiction dell’anno. Nel 2017 è al cinema con il film di Max Croci ‘La verità, vi spiego, sull’amore’, mentre in televisione è una delle concorrenti di ‘Ballando con le stelle’, il talent show di Raiuno presentato da Milly Carlucci. E sempre su Canale 5, è nel cast di due serie: la prima è ‘Il bello delle donne, alcuni anni dopo’, la seconda è ‘Amore pensaci tu’. In questi giorni è in giro per l’Italia con ‘Le Signorine’, accanto a Isa Danieli.

Cronache ha voluto avvicinare l’artista proprio nei giorni in cui è di scena sui palcoscenici della nostra regione. Questa sera sarà al Teatro Ricciardi di Capua in coppia con Isa Danieli in ‘Le Signorine’, un’esilarante commedia che narra la controversa storia di due sorelle zitelle.

Lei è nata Salerno, ma cresciuta a Cava de’ Tirreni. Cosa si porta dentro delle sue origini?

Me lo chiedo spesso anch’io ma non è facile trovare una risposta. Sono andata via a soli 18anni per cui la mia vera identità l’ho costruita altrove. Quando torno da quella parti, e non capita spesso, provo una strana sensazione, come se si trattasse di un sogno. Ora più che prima, le mie origini le sto manifestando recitando in dialetto napoletano grazie al mitico e compianto Annibale Ruccello, grande commediografo, attore e regista italiano morto tragicamente nel 1986 con cui ho iniziato a recitare in dialetto.

In lei nasce un irrefrenabile amore per il teatro, poi, invece, comincia la sua splendida carriera con la tivù.

Si, a soli 18anni grazie ad uno sceneggiato ‘Una donna’, in otto puntate televisive: una fiction che raggiunse addirittura i 20milioni di telespettatori. Era il 1997 per cui, in quell’epoca si trattò di un vero e proprio trionfo di ascolti.

E il suo incontro con l’attore Alessandro Haber?

Con lui c’è stata una storia d’amore tanti anni fa. Ci vogliamo ancora bene e siamo amici, anzi fratelli, ci sentiamo spessissimo.

Cosa ha significato per lei lavorare con Massimo Troisi?

Massimo era un grande comico, tra i più grandi del Novecento, che ha attraversato tutte le generazioni. C’è gente tra giovani e meno giovani che conosce le sue battute a memoria. Poi, sulla scena, era un grande improvvisatore, bisognava stargli dietro e non era facile. Lui era una persona vera, mai banale, anche a cena, fuori dai palcoscenici, era bello stare insieme. Purtroppo anche lui come tanti altri artisti è andato via troppo presto lasciando il suo percorso artistico incompiuto. Ma lo sapeva, era consapevole che non avrebbe vissuto a lungo.

Lei nella sua carriera ha vinto molti riconoscimenti…

Sì. Un David di Donatello, 6 nomination, 2 Nastri d’argento, un Telegatto e molto altro ancora che non sto qui a ricordare. Il tutto grazie a una carriera varia tra cinema, teatro e televisione.

Ci parli della Signora Robinson. Che affinità ha con quel personaggio?

Quando l’ho interpretato avevo voglia di farlo perché in quel particolare momento della mia carriera mi interessava. Si trattava il tema del nichilismo: la signora Robinson era una 45enne disillusa con un atteggiamento sprezzante verso i sentimenti. Un po’ come accade oggi, insomma.

Ha avuto problemi di salute, restando lontana dai palcoscenici per un bel po’ di tempo. Ce ne parli…

Più che dai palcoscenici ho rischiato di restare lontana dalla vita. Ero a Roma e la sera del 31 dicembre fui colpita da un’embolia polmonare con un evidente peggioramento delle condizioni dovuto anche a una trombosi venosa profonda. Insomma una malattia da cui non sempre si esce vincitori. Per cui posso ritenermi una sopravvissuta, una miracolata. Sono esperienze che ti segnano e ti aiutano a vedere le cose in altro modo: un gradino in più della conoscenza che ti fa capire che la vita è adesso.

Se si dovesse immedesimare in un animale, in quale si ritroverebbe meglio.

In un gatto, è un animale elegante a autonomo senza vincoli di sorta. Sì, di sicuro in un gatto.

Ci dica qualcosa su ‘Le Signorine’ che questa sera porterà in scena a Capua al Teatro Ricciardi.

Uno spettacolo pop, comico. La gente viene al teatro per distrarsi dai problemi di sempre, per rilassarsi e farsi quattro risate. E’ un commedia semplice di impatto immediato. Un lavoro di Gianni Clementi, con la regia di Pierpaolo Sepe. Ci si diverte e basta.

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