Camorra e centro commerciale, in 4 condannati e arrestati

Camorra e centro commerciale, condannati e arrestati in 4
Camorra e centro commerciale, condannati e arrestati in 4

TRENTOLA DUCENTA – Condannati per mafia e arrestati: è la sorte giudiziaria che, nelle scorse ore, è toccata all’imprenditore Gaetano Balivo (condannato a 12 anni di reclusione), all’ex vigile urbano Vincenzo Picone (condannato a 8 anni, 10 mesi e 20 giorni di reclusione), a Tommaso Tirozzi (condannato a 6 anni di reclusione), tutti di Trentola Ducenta, e a Vincenzo Di Sarno (condannato a 11 anni di reclusione), di Parete. La quinta sezione della Cassazione ha confermato il verdetto di colpevolezza di secondo grado che i quattro avevano ricevuto nel luglio del 2021: poco dopo la lettura del dispositivo fatta dagli ‘Ermellini’, gli imputati sono stati portati in carcere per scontare le pene (adesso irrevocabili) ottenute.

Dovranno invece affrontare nuovamente il processo di secondo grado Raffaele De Luca, di San Cipriano d’Aversa, e Luigi Cassandra, ex assessore di Trentola Ducenta e collaboratore di giustizia. La Suprema Corte, accogliendo i ricorsi dei loro legali, ha annullato la sentenza d’Appello e ha disposto il rinvio degli atti a una nuova sezione partenopea affinché rivaluti le loro posizioni. 

Il processo, che ha coinvolto i sei imputati, diefsi dagli avvocati Vincenzo Maiello, Bruno Von Arx, Pasquale Davide De Marco ed Emilio Martino, è stato innescato dall’indagine sul Jambo, finalizzata a dimostrare le interferenze del capoclan Michele Zagaria nel centro commerciale e nella gestione amministrativa della città. Si tratta di un’attività investigativa complessa che nel 2015 aveva portato all’emissione di numerosi provvedimenti cautelari e che si è dipanata, successivamente, in vari procedimenti giudiziari. Nel 2020, ad esempio, la Cassazione aveva già confermato le condanne per i fratelli Giovanni e Giuseppe Garofalo (rispettivamente a 9 anni e 4 mesi e 8 anni), fedelissimi del boss Michele Zagaria di Casapesenna, e aveva annullato senza rinvio la sentenza per Carlo Bianco e dichiarato prescritto la posizione di Giuseppe Petrillo, 42enne di Casal di Principe.

Se la condanna definitiva per Balivo, Picone, Tirozzi e Di Sarno è arrivata a 8 anni di distanza dal blitz (eseguito nel 2015 dalla Squadra mobile di Caserta), nonostante avessero scelto di essere giudicati con rito abbreviato, è perché la Cassazione, tre anni fa, aveva ordinato per loro l’Appello bis. E nel corso di quel nuovo iter di secondo grado, la Procura generale depositò dei verbali di interrogatorio che Balivo, imprenditore inizialmente co-proprietario del Jambo, aveva reso nel 2019 al pm Maurizio Giordano. Durante il suo confronto con il magistrato, l’uomo d’affari ripercorse le tappe imprenditoriali del centro commerciale, facendo riferimento all’estromissione dal business della sua famiglia voluta da Michele Zagaria. Balivo indicò anche episodi estorsivi che avrebbe subito e il fatto di aver incontrato il capoclan in due occasioni.

Se per Balivo e compagnia il tortuoso percorso giudiziario è concluso, sono ancora alle prese con il primo grado altri tre imputati pure protagonisti dell’indagine Jambo: Alessandro Falco, patron della Cis Meridionale che controlla il centro commerciale, accusato di associazione mafiosa, Nicola Picone, fratello di Vincenzo, e l’ex sindaco Michele Griffo, tutti a giudizio per concorso esterno al clan. Sono assistiti dai legali Paolo Trofino, Carlo De Stavola, Alfonso Furgiuele e De Marco.

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