Campagna elettorale permanente, 86 giorni senza governo

Cottarelli prima da Mattarella e poi alla Camera

Foto Fabio Cimaglia/ LaPresse

ROMA (Loredana Lerose) – Il Paese è ancora senza un governo e i partiti vanno in scena con la campagna elettorale permanente. C’è un premier incaricato, Carlo Cottarelli stamattina è salito al Colle per un colloquio informale con il presidente Sergio Mattarella e subito dopo a Montecitorio. In giornata dovrebbe presentare la sua squadra a meno che non si torni all’ipotesi iniziale di un governo politico.

La ‘solitudine’ di Cottarelli

Il premier incaricato, una volta scelta la squadra di ministri più che andare in Parlamento a chiedere la fiducia sembra doversi recare al patibolo. Cottarelli l’agnello sacrificale che rischia di ottenere fiducia zero. Nessun voto favorevole, la migliore delle ipotesi è l’astensione del Pd piuttosto che il voto contrario. “Noi ci dobbiamo preparare al voto – ha detto il reggente del Partito Democratico Maurizio Martina in radio questa mattina – Non tocca al Pd individuare una data. Noi abbiamo anche ieri manifestato l’ipotesi di astensione positiva per il Governo Cottarelli per aiutare il capo dello Stato. E’ un governo neutrale. L’astensione per Cottarelli serve per evitare contrapposizioni”.

I conti non tornano

Lo spread impazzito, i mercati allo sbando, le preoccupazioni dell’Europa e le preoccupazioni dei cittadini che dinanzi a 86 giorni dal voto ne hanno abbastanza della campagna elettorale permanente. Nelle stesse ore in cui Cottarelli si prepara a presentare il suo esecutivo rispunta la ‘voce’ di un governo politico. Ma sarebbe assurdo se alla fine la spuntasse la stessa maggioranza già bocciata da Mattarella, quella Lega-M5S che, tra l’altro, è l’unica possibile. Potrebbe tornare Giuseppe Conte ex premier incaricato o arrivare l’incarico per il leader del carroccio Matteo Salvini. E ancora altra ipotesi, la più accreditata al momento: il voto anticipato.

Voto anticipato, ma non a luglio

Se Cottarelli non otterrà, come previsto, la fiducia, il presidente Mattarella dovrà sciogliere le Camere. Il ritorno alle urne dopo 60 massimo 70 giorni, in pratica a fine luglio, intorno al 29, a meno che non si trovi un escamotage per allungare i tempi perché tutti i partiti, a parole, vogliono il ritorno alle urne, ma nei fatti il voto balneare no. La scusa è quella del rischio astensione, ma dal M5s al Pd passando per la Lega, Fi e Fdi il voto anticipato è anche una preoccupazione. Meglio la campagna elettorale permanente.

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