Carceri, droga e cellulari a Civitavecchia: Sappe chiede interventi al Dap

"Diversi telefoni cellulari e della sostanza stupefacente sono stati sequestrati negli ultimi giorni dalla polizia penitenziaria nella casa circondariale di Civitavecchia"

“Diversi telefoni cellulari e della sostanza stupefacente sono stati sequestrati negli ultimi giorni dalla polizia penitenziaria nella casa circondariale di Civitavecchia”. Lo ha denunciato Maurizio Somma, segretario nazionale per il Lazio del Sindacato autonomo polizia penitenziaria (Sappe), riferendo delle recenti perquisizioni eseguite nelle sezioni ‘alta sicurezza’ dell’istituto di pena del Lazio. La polizia penitenziaria ha trovato 5 telefoni smartphone ed un microtelefono perfettamente funzionanti. Anche la scorsa settimana sono stati trovati, nelle stesse sezioni, un mini cellulare ed una ventina di grammi di hashish, ha confermato il sindacalista. “La segreteria nazionale Sappe del Lazio rivolge un plauso al personale di polizia, ma denuncia ancora una volta i gravissimi rinvenimenti di telefoni cellulari che avvengono ogni giorno in tutti gli istituti penitenziari della regione – ha aggiunto Summa – A Civitavecchia mancano agenti da un bel po’ di anni: il reparto di polizia penitenziaria è sotto organico di circa 90 unità e nel carcere di Civitavecchia i detenuti ad alta sicurezza, anziché stare a regime chiuso, in carcere sono invece liberi di circolare e fare quello che vogliono in conseguenza di scelte gestionali ministeriali e dipartimentali discutibili e pericolose come l’introduzione e il mantenimento della vigilanza dinamica”. “Il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria non può continuare a sottovalutare la carenza d’organico, ma dovrebbe fronteggiarla con l’invio urgente e straordinario di agenti”. Lo ha detto Donato Capece, segretario generale del Sappe, sottolineando che occorre schermare le sezioni detentive e degli spazi delle carceri per cellulari e smartphone chiede che la polizia penitenziaria sia dotata dei mezzi necessari a contrastare la rapida innovazione tecnologica e la continua miniaturizzazione degli apparecchi, che risultano sempre meno rilevabili con i normali strumenti di controllo. Il leader del Sindacato più rappresentativo della polizia penitenziaria auspica un intervento dei vertici dell’Amministrazione penitenziaria.

LaPresse

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