Cartelle false, arrestato un medico

Cartelle false, arrestato un medico
Cartelle false, arrestato un medico

NAPOLI (Gianmaria Roberti) – Avrebbe falsificato varie cartelle cliniche, attestando di aver eseguito, alla clinica Mediterranea di Napoli (estranea ai fatti), operazioni chirurgiche, in realtà svolte senza il suo diretto intervento. 

Il 51enne cardiologo Giuseppe De Martino (nella foto) è finito ai domiciliari, in esecuzione di un’ordinanza di misura cautelare, emessa dal gip Giovanna Cervo del tribunale di Napoli, su richiesta della Procura partenopea. Nel provvedimento a carico del medico – eseguito dal Nas Carabinieri di Napoli – emergono ipotesi di reato come falso ideologico e materiale, violenza privata e violenza o minaccia per costringere a commettere un reato. In tutto sono sette le contestazioni a De Martino, originario di Pagani, e già sotto processo per una vicenda simile. “Sono fatti più o meno analoghi, però – dichiara l’avvocato Alfonso Mutarelli, difensore del professionista – mentre nell’altro non ci sono problemi, e per fortuna stiamo chiarendo in corso di dibattimento, qui per 30-32 cartelle c’è stato l’arresto. Si commette un falso per ottenere un risultato, ma il risultato che avrebbe ottenuto De Martino non si comprende quale sia. Se gli interventi si sono svolti, non si capisce dove stia la truffa. Lui non era un dipendente della Mediterranea, ma la clinica pagava gli interventi alla società di De Martino. Il falso c’è, e non lo possiamo nascondere, ma credo sia innocuo, perché la società ha fornito un suo dipendente per effettuare quegli interventi. Il dottor De Martino si ritiene estraneo ai fatti. Chiarirà i fatti e dimostrerà che non aveva alcun interesse a commettere i reati ipotizzati”. Nell’ordinanza, ad esempio, si citano 32 interventi mai eseguiti dal cardiologo, tra il 25 e il 28 febbraio 2020, pur attestandosi il contrario. 

In quei giorni, De Martino si sarebbe trovato a Madonna di Campiglio, nota località sciistica. Ci sono poi le accuse di violenza privata. Fino al 14 giugno 2021, il medico avrebbe costretto cinque infermieri “a somministrare farmaci stupefacenti — quali Propofol – Diprivan -— Midazolan di esclusiva competenza di medici anestesisti” e comunque li avrebbe costretti “a seguire le indicazioni del predetto De Martino che effettuava interventi operatori delicati — quali la ablazione ibrida – eludendo i protocolli di programmazione degli interventi con preavviso al cardiochirurgo, senza la presenza di un anestesista, di un cardiochirurgo, di un elettrofisiologo e di un perfusionista, non compilando i fogli di terapia”. Secondo le indagini, il cardiologo “minacciava – urlando e con toni arroganti – per costringere loro a somministrare i farmaci”: un infermiere “di fargli cambiare reparto”; un altro di “denunziarlo perché era lui che comandava e doveva fare quello che diceva lui”; un’infermiera “dicendole: ‘Qui comando io, le regole le detto io e tu devi fare quello che dico io, sei una marionetta non conti un cazzo’ per costringerla a somministrare farmaci di esclusiva competenza degli anestesisti”. Due anni fa, avrebbe obbligato un altro medico, minacciando di licenziarlo,  a “redigere una relazione ‘favorevole’ sul rischio anestesiologico legato all’intervento” di un paziente. Rischio che quel sanitario ed un collega “ritennero elevatissimo”. Inoltre, in concorso con un altro, non destinatario di misure, avrebbe usato “violenza e minaccia per costringere o comunque determinare” due infermiere “ad apporre la firma di De Martino su frontespizi di cartelle cliniche e sulle relative” schede di dimissione ospedaliera.
Nel motivare le esigenze cautelari, il gip parla di “allarmante quadro” e, da parte dell’indagato, di “totale dispregio delle regole” che governano la professione medica.

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