Caserta, torna la paura del Covid in ospedale

Caserta, torna la paura del Covid in ospedale
Caserta, torna la paura del Covid in ospedale

CASERTA – Il pronto soccorso dell’azienda ospedaliera “Sant’Anna e San Sebastiano” al centro delle lamentele degli utenti. In questi giorni stanno avendo risalto anche sui media nazionali diverse disfunzioni della struttura: code per registrare gli accessi dei pazienti (senza registrazione i medici, per legge, non possono visitarli) e tempi lunghi per eseguire esami e accertamenti (un paziente arrivato alle 8,15 sarebbe andato via alle 15). C’è poi una procedura che, per quanto garantisca la sicurezza degli utenti, è paradossale: le linee guida del ministero hanno eliminato la necessità di percorso separato per i pazienti positivi al Covid, ma in caso di accessi di positivi è necessario sgomberare e sanificare i locali. 

Tutti problemi legati alla mancata applicazione delle linee guida del Ministero, come segnalato dai sindacati di categoria, in particolare dal Nursind: il responsabile regionale Antonio Eliseo nota che “se non si attuano le linee guida per evitare il sovraffollamento, questi problemi si verificano sempre. E questo avviene in tutti gli ospedali campani, non solo a Caserta. Andrebbe rimodulato anche il triage e l’identificazione delle patologie con un codice diventa prioritaria. Se per il triage i tempi di attesa si allungano, servirebbero più postazioni e anche il pronto soccorso pediatrico avrebbe bisogno di uno sportello di questo tipo”.

L’eliminazione dell’accesso separato per i pazienti Covid applica invece le direttive ministeriali, ma nel momento in cui bisogna svuotare e sanificare i locali, conviene Eliseo, si crea certamente una situazione contraddittoria.  

Il sindacalista sottolinea poi che chi lavora in reparti come questi “ha un carico di lavoro eccessivo perché continua a esserci un’idea delle cure incentrata sull’ospedale: si va al pronto soccorso in mancanza di medicina territoriale e se non la facciamo funzionare la domanda finisce sempre per riversarsi sui nosocomi con tempi di attesa lunghi”. C’è poi il problema dei posti letto mancanti, per cui alcuni pazienti restano  in osservazione breve intensiva per ore. Eliseo tiene anche a sfatare il luogo comune dei posti di pronto soccorso intasati da pazienti “malati immaginari”: “In base alle statistiche del Ministero, in Campania gli accessi con codice bianco o verde, vale a dire i casi meno gravi, sono circa il  30%”. 

Il Nursind Campania ha inviato ben 3 esposti al ministero della salute e alla Regione per la situazione drammatica dei pronto soccorso su tutto il territorio regionale e sul mancato recepimento delle linee di indirizzo nazionali sui pronto soccorso che dovevano essere attuate dal 1 febbraio 2020. Ad oggi “la Regione, dopo vari solleciti di chiarimenti, non ha ancora risposto né a noi ne al Ministero della Salute. Quest’ultimo ha sollecitato con urgenza una risposta da parte del Dipartimento della Salute Regionale”.

Nel terzo messaggio, inviato una settimana fa, il Nursind chiede al Dipartimento della Salute Regionale e alle varie Direzioni strategiche delle aziende ospedaliere e sanitarie “l’adozione di interventi organizzativi urgenti atti ad arginare il grave fenomeno del sovraffollamento nei Pronto Soccorso della Campania”. La dirigenza regionale viene sollecitata a recepire le linee di indirizzo nazionali sul triage intraospedaliero, sulle Osservazioni brevi intensive e sullo sviluppo dei Piani di gestione del sovraffollamento emanando un atto di indirizzo regionale alle aziende sanitarie. Il Dipartimento dovrebbe controllare l’adozione, da parte delle varie direzioni aziendali, di interventi anti sovraffollamento. 

Antonio Eliseo

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