Castrazione chimica, non c’è intesa M5S-Lega: il Carroccio forza la mano e presenta emendamento

Si rischia la spaccatura: i pentastellati sono contrari alla proposta

in foto Matteo Salvini, Luigi Di Maio

ROMA – Maggioranza divisa sulla questione della castrazione chimica nel ddl Codice Rosso. La Lega ha deciso di forzare la mano presentando un emendamento per l’introduzione, in alcuni casi, della castrazione chimica. Diversi i dubbi sollevati del Movimento 5 Stelle. E così le due anime del Governo continuano a scontrarsi sui provvedimenti.

La posizione della Lega mette spalle al muro i pentastellati

A fare chiarezza sulla castrazione chimica e sull’applicazione in termini di legge è il ministro della Pubblica amministrazione Giulia Bongiorno (Lega): “La castrazione chimica è una forma di trattamento terapeutico inibitore della libido che, nel caso dell’emendamento che noi proponiamo, può essere proposto ma non imposto. Non può essere obbligatorio”. E aggiunge: “E’ un trattamento che il soggetto può scegliere e che è una condizione per avere il bonus della sospensione della pena. Non dimentichiamo che la violenza sessuale è un reato schifoso”.

I dubbi del M5S che non vuole darla vinta all’alleato

Ancora una volta il M5S cerca di mettere i bastoni tra le ruote per non denotare una debolezza nei confronti dell’alleato di Governo. Si prevede, quindi, uno scontro nelle prossime ore all’interno dei giallo-verdi, visto che la discussione alla Camera riprenderà nella giornata di martedì.

La posizione di Fratelli d’Italia

Soddisfazione per l’emendamento sulla castrazione chimica che sarà presentato dalla Lega è stata espressa da Fratelli d’Italia, e in particolare dalla senatrice Daniela Santanché: “E’ una nostra battaglia da sempre. Rimane però amarezza perché questa misura poteva già essere operativa nel nostro ordinamento, visto che nel decreto Sicurezza presentai un emendamento dello stesso tipo ma fu, inspiegabilmente, bocciato dalla Lega. Apprezziamo che ora i leghisti siano rinsaviti e ci auguriamo che non si tratti del solito spot elettorale, considerando la posizione del M5S che è contrario. Un eventuale dietrofront colpirebbe in maniera durissima tutte le donne”.

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