Centrodestra, c’è la ressa per un posto in lista

Foto Cecilia Fabiano/ LaPresse Roma, incontro dei leader di centrodestra

NAPOLI (Gianmaria Roberti) – Nel campo del centrodestra, anche in Campania, le schiere di aspiranti candidati sono gonfiate da un combinato disposto, di segno uguale e contrario. Ovvero, i sondaggi favorevoli, da un lato, e il taglio dei parlamentari, che restringe gli spazi, dall’altro. Sui nomi proposti dai vertici locali, tuttavia, va apposto il timbro finale dei leader nazionali. Il quadro, comunque, si chiarirà solo il 21 agosto, alla consegna delle liste. Fratelli d’Italia, senz’altro, rimetterà in pista gli uscenti Edmondo Cirielli (Camera Campania 2) e Antonio Iannone (Senato). Papabile anche la senatrice casertana Giovanna Petrenga, eletta l’ultima volta in Sicilia. A Napoli, tra le quote rosa, avanza Marta Schifone, possibile l’inserimento di Gabriella Peluso. E per la società civile, da tempo circola il nome di Gennaro Sangiuliano, direttore del Tg2. Praticamente certa la candidatura di Sergio Rastrelli (nella foto), coordinatore partenopeo del partito. In corsa può considerarsi, tra i consiglieri regionali, Michele Schiano di Visconti. E anche nella Lega l’orientamento è di riproporre gli attuali parlamentari napoletani: i deputati Gianluca Cantalamessa e Pina Castiello; il senatore Francesco Urraro, ex presidente del consiglio dell’ordine avvocati di Nola, nel 2018 eletto col M5S, col Carroccio dal dicembre 2019. La necessità, nel partito di Salvini, è di lanciare chi ha voti sul territorio. Quindi via libera agli amministratori. I consiglieri regionali, ad esempio, sembrano destinati ai listini plurinominali. Sono pronti il capogruppo Gianpiero Zinzi, per Caserta, Severino Nappi a Napoli e Attilio Pierro a Salerno. Non pare della partita, invece, il coordinatore regionale Valentino Grant. A Caserta, peraltro, potrebbe spuntare Antonella Piccerillo, prima dei non eletti alle ultime Regionali. A Napoli troverebbe posto la segretaria provinciale, Tina Donnarumma. A Salerno può riprovarci l’ex rettore Aurelio Tommasetti, napoletano d’origine, sconfitto alle Europee e alle Regionali. Stavolta, sono elevate le chances di finire nel proporzionale, in posizione blindata. Nella Lega, inoltre, salgono le quotazioni del presidente del consiglio comunale di Pollena Trocchia Francesco Pinto, del presidente del consiglio comunale di Qualiano, Salvatore Onofaro, del coordinatore regionale dei giovani, Nicholas Esposito. In Forza Italia, a guidare i listini del Senato saranno Silvio Berlusconi e Anna Maria Bernini. Alla Camera, in Campania 1 o 2, il ruolo dovrebbe toccare al coordinatore nazionale Antonio Tajani. L’altro capolista potrebbe essere Domenico De Siano, senatore uscente ed ex coordinatore regionale. Ai nastri di partenza anche il senatore palmese Vincenzo Carbone, di rientro da Italia Viva. De Siano, e i deputati Carlo Sarro e Antonio Pentangelo, saranno ricandidati in virtù di un patto, siglato con Tajani, per tutelarne la posizione. I tre, infatti, sono lontani dal nuovo corso di Fulvio Martusciello, neo guida del partito in Campania. A quest’ultimo, peraltro, la candidatura è impedita dal veto di Berlusconi agli europarlamentari. Una tagliola da cui è esentato il solo Tajani. Per gli azzurri sono in pista anche Michela Rostan, deputata eletta con LeU, approdata in Fi a giugno, vicina proprio all’area Tajani. In rampa di lancio pure Annarita Patriarca, consigliera regionale, con in tasca l’ok di Licia Ronzulli, senatrice la cui parola, ad Arcore, conta molto. Tra gli outsider il consigliere comunale Salvatore Guangi: nel febbraio 2020 tentò già con le suppletive del Senato, ma il seggio andò a Sandro Ruotolo. Da capire, infine, l’orizzonte di Stefano Caldoro. Il capo dell’opposizione in consiglio regionale ha presentato al Viminale il simbolo del Nuovo Psi, partito di cui è leader, federato con Fi. A quanto risulta, però, non ci sarebbero liste nella coalizione. Sarebbe, cioè, un passaggio tecnico, per conservare l’emblema col garofano. Caldoro, insomma, non sarebbe in lizza. Piuttosto, in un eventuale governo, entrerebbe nel toto ministri o sottosegretari. Incarichi, del resto, già ricoperti nei passati esecutivi di Berlusconi.

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