Cibo veg, è boom di proteine green

Non solo tofu: dal seitan al tempeh, in tavola sempre più affettati e ‘carni’ vegetali. I consumatori attenti all’impatto ambientale delle proprie scelte d’acquisto premiano i prodotti che non gravano sull’ecosistema

NAPOLI (clara mattei) – Alimenti vegetali, proteine in particolare: un mercato in crescita costante, in cui le offerte dei produttori si moltiplicano perché la richiesta è forte, e non più solo da parte del popolo ‘veg’. Burger, wurstel, affettati rigorosamente veg: la platea si è allargata di pari passo con la cultura del benessere e dell’attenzione all’ambiente. Secondo il Rapporto Italia 2021 di Eurispes, la percentuale di vegetariani e vegani è dell’8,2%; unificando le risposte ‘sono vegetariano’ e ‘sono vegano’, nell’arco di tempo che va dal 2014 ad oggi, si nota che negli ultimi due anni i valori si attestano a livelli superiori rispetto alla media del periodo considerato (7,5%), rispettivamente all’8,9% nel 2020 (valore massimo registrato nella serie storica) e all’8,2% nell’anno in corso.
“Un mercato in crescita continua, sia come consumo che come offerta. Ed è cresciuto anche nel 2020, che è stato un anno particolare in cui la pandemia e i lockdown hanno condizionando molto i consumi, ma quelli delle proteine vegetali sono comunque aumentati”, spiega Matteo Della Casa, product manager di riferimento per quanto riguarda le proteine vegetali di NaturaSì, catena leader di mercato nel biologico specializzato, attiva da metà degli anni 90. Un mercato in cui l’Italia occupa una posizione di tutto rispetto, visto che “in Europa il maggior produttore è sicuramente la Germania dove il trend è partito prima e la sensibilità green è più forte, ma subito dopo vengono Italia e Francia – dice Della Casa – In Italia sono aumentate le aziende che producono proteine vegetali e quelli che erano piccoli laboratori si sono ingranditi”.
Uno sviluppo che arriva da lontano, seguendo l’onda lunga degli anni 90, ma che in questi ultimi 2-3 anni ha registrato un ulteriore step di sviluppo grazie alla maggiore attenzione verso la sostenibilità, la salute del pianeta, e complice la demonizzazione del consumo di carne che paga il conto degli alti costi ambientali. Insomma, i consumatori fanno sempre più attenzione all’impatto ambientale delle proprie scelte di acquisto e premiano i prodotti che soddisfano il palato e senza gravare sull’ecosistema. Ma qual è oggi il profilo del consumatore tipo di questi prodotti? Secondo l’indagine Eurispes, a scegliere un’alimentazione vegetariana sono in misura maggiore le donne (6,9% contro il 4,7% degli uomini) mentre, se ad essere presi in esame sono i vegani, gli aderenti sono in misura leggermente maggiore maschi (2,7% contro il 2% delle donne). Le motivazioni: per il 23,1% di quanti si sono dichiarati vegetariani o vegani questa scelta si inserisce in una più ampia filosofia di vita, che non si esaurisce nell’amore verso gli animali, ma abbraccia una volontà più ampia di prendersi cura del mondo in cui viviamo. “La fascia di chi consuma vegano si è allargata – spiega Della Casa – e se all’inizio erano soprattutto i giovani a spingere il trend, oggi abbiamo adulti, uomini e donne, di ogni fascia di reddito. Parliamo sempre di persone formate, sensibili, non necessariamente a reddito alto, ma attente agli aspetti del benessere del pianeta. Grazie alla grande offerta e la varietà di proposte sugli scaffali, sempre più persone si avvicinano a questi prodotti, anche solo spinte dalla curiosità e dal trend del momento, provano e poco alla volta si fidelizzano’’. Tra gli alimenti più richiesti, i prodotti a base di tofu, che la fa da padrone tra le proteine vegetali e che in questi ultimi anni ha visto lo sviluppo di molte varianti come affettati, wurstel, prodotti etnici. In ripresa anche il seitan dopo un periodo di flessione, ora ad essere richiesto è soprattutto quello di qualità e artigianale. E poi Hummus e tempeh.
“I produttori sono spinti dal trend di mercato che trascina e aguzza l’ingegno dei fornitori. Aumenta la domanda e l’offerta si attrezza, sviluppa nuovi prodotti e ricette. Basta pensare che 10 anni fa lavoravano con 2 aziende, oggi con più di 10”, conclude il product manager di NaturaSì.

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