Cinema, Benigni fa 70: la vita show del ‘Piccolo diavolo’ tra l’Oscar e Dante

Il Piccolo Diavolo ha 70 anni. Il 27 ottobre 1952 nasceva Roberto Benigni, artista che ha segnato come pochi altri lo spettacolo italiano negli ultimi quarant'anni

(AP Photo/Markus Schreiber)

Il Piccolo Diavolo ha 70 anni. Il 27 ottobre 1952 nasceva Roberto Benigni, artista che ha segnato come pochi altri lo spettacolo italiano negli ultimi quarant’anni. Comico, attore, regista, sceneggiatore, conduttore tv: ma ‘mattatore’ è indubbiamente la denominazione che più si addice a uno dei personaggi più amati dal pubblico. Artisticamente nato come provocatore e ribelle, con la sua irruenza gestuale e verbale, il ‘toscanaccio’ ha conosciuto il successo prima in teatro, poi in televisione e al cinema, firmando pellicole puntualmente premiate dal botteghino. Nel 1998, in piena fase ‘matura’, con l’uscita de ‘La vita è bella’, il nome di Benigni si impone anche a livello internazionale. Il film, delicata favola sull’Olocausto, conquista Hollywoood vincendo l’Oscar come miglior film straniero. Benigni si aggiudica la statuetta come miglior attore protagonista. Negli ultimi anni le apparizioni televisive dell’artista toscano si sono diradate, concentrandosi principalmente sulla divulgazione: i suoi spettacoli affrontano la Divina Commedia, la Costituzione italiana, la Bibbia. Nato in una frazione di Castiglione Fiorentino, Arezzo, da una coppia di contadini, Benigni muove i primi passi nello spettacolo a teatro, all’inizio degli anni ’70. Collabora, tra gli altri, con Carlo Monni e Marco Messeri. Dopo il trasferimento a Roma, incontra il regista e sceneggiatore Giuseppe Bertolucci, fratello di Bernardo e autore del monologo ‘Cioni Mario di Gaspare fu Giulia’. Benigni porta il personaggio dell’irriverente e scurrile contadino toscano sui palchi di tutta Italia. E’ un successo clamoroso, tanto che Cioni diventa protagonista nel 1977 del programma comico ‘Onda libera’, su Rai2 (dove le incursioni di Benigni rivoluzionano lo stile del varietà televisivo) e del film ‘Berlinguer ti voglio bene’, diretto e co-scritto dallo stesso Bertolucci. La pellicola deve però fare i conti con la censura e viene vietata in molte sale.

Nel ’79 è il protagonista di ‘Chiedo asilo’ di Ferreri, mentre negli anni ’80 inizia la collaborazione con Renzo Arbore, che lo vuole nel programma tv ‘L’altra domenica’ e nei suoi film: ‘Il pap’occhio’ del 1980, dove le scene del toscano che imita il Papa e parla del Giudizio Universale subiscono le forbici della censura, e ‘FF.SS’, del 1983. Nello stesso anno esce nelle sale ‘Tuttobenigni’, raccolta dei suoi spettacoli di successo portati nelle piazze di tutta Italia. Che Benigni, simpatizzante del Partito Comunista, sia un personaggio che sfugge a ogni schema lo conferma definitivamente nel 1983, quando a una manifestazione a Roma prende il braccio il leader del Pci Berlinguer. Un’immagine che diventa simbolo e segna una svolta anche per lo stile, fino a quel momento grigio e serioso, comunicativo dei politici. Sono gli anni in cui Benigni fa discutere e scandalizza a ogni apparizione. Al Festival di Sanremo 1980 bacia in diretta la conduttrice Olimpia Carlisi e chiama ‘Wojtilaccio’ Giovanni Paolo II (lo stesso Papa che, anni dopo, guardò insieme a lui ‘La vita è bella’ in una proiezione privata). Nel 1983 il toscano debutta alla regia con ‘Tu mi turbi’, dove recita al fianco della futura moglie Nicoletta Braschi. Il ‘boom’ al botteghino, però, arriva nel 1984 con ‘Non ci resta che piangere’, scritto, diretto e interpretato in coppia con Massimo Troisi. Il film diventa un classico della commedia italiana. Benigni si concede anche una parentesi oltreoceano, recitando per l’amico Jim Jarmusch in ‘Daunbailò’ (1986) e ‘Coffee and Cigarettes’ (1987). Le successive pellicole dirette e interpretate da Benigni in Italia sbancano i box office: dal connubio con lo scrittore Vincenzo Cerami nascono ‘Il piccolo diavolo’ (1998), ‘Johnny Stecchino’ (1991), ‘Il mostro’ (1994), ‘La vita è bella’ (1997), ‘Pinocchio’ (2002) e ‘La tigre e la neve’ (2005). Nel 1990 Benigni viene scelto da Federico Fellini, che avrebbe voluto dirigerlo in una sua versione di ‘Pinocchio’, per ‘La voce della luna’, mentre tre anni dopo il toscano è il ‘figlio della Pantera Rosa’ nella pellicola di Blake Edwards. Nel 1991 l’ospitata di Benigni al ‘Fantastico’ di Raffaella Carrà entra nella storia della tv: l’attore e regista si avvinghia sulla conduttrice, fino a farla cadere e nel successivo monologo elenca tutti i nomi utilizzati per definire l’organo genitale femminile.

Ma la vetta più alta, a livello di fama internazionale, Benigni la tocca nel 1996, con ‘La vita è bella’, che spiazza inizialmente il pubblico. All’uscita il film, metà commedia e metà dramma, con echi del Chaplin del ‘Grande dittatore’, attira critiche sulla sua modalità di raccontare una tragedia come l’Olocausto. Tanto che Benigni dovrà aggiungere successivamente, in un commento fuori campo, la parola ‘favola’. Ma la pellicola è un successo clamoroso (31 milioni di euro di incasso in Italia e 229 milioni di dollari nel mondo) e fa incetta di premi internazionali: su tutti, le sette candidature agli Oscar con tre statuette vinte (celebre il grido ‘Roberto’ con cui Sophia Loren premia dal palco il connazionale) e il Gran Premio della Giuria a Cannes, ricevuto dalle mani di Martin Scorsese. Due anni dopo, Benigni sbarca in Francia recitando in ‘Asterix e Obelix contro Cesare’. Nella fase più recente della sua straordinaria carriera, il toscano si dedica alle letture e alle ‘lezioni’. Inizia con la Divina Commedia di Dante Alighieri, che porta in giro per l’Italia e poi in uno show televisivo in onda su Rai nel 2007. L’artista continuerà le letture dantesche anche in giro per il mondo. Nel 2021, sempre per Rai1, è protagonista dello show ‘La più bella del mondo’, dedicato ai 12 principi fondamentali della Costituzione della Repubblica Italiana. Due anni dopo, sempre per la prima rete, porta un’egesi dei Dieci comandamenti biblici. Gli show fanno puntualmente il pieno di ascolti. Nel 2012 Benigni recita per Woody Allen in ‘To Rome with Love’. Sei anni dopo, interpreta Geppetto nel ‘Pinocchio’ di Matteo Garrone, che gli aveva proposto il ruolo da protagonista nel precedente ‘Dogman’ ottenendo un rifiuto. Prossimamente il ‘toscanaccio’ sarà protagonista di ‘Francesco il Cantico’, nel quale racconterà alla sua maniera uno dei testi più iconici dedicati all’amore e momenti della vita di San Francesco. Lo show rappresenta uno degli eventi di punta della nuova piattaforma Paramount Plus.

LaPresse

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome