Clan dei Casalesi e pasticcerie: arrestati i titolari della Butterfly. La Dda: sono sodali di Zagaria

La cosca di Capastorta avrebbe tentato di investire nel settore dolciario in Emilia Romagna

LaPresse07-12-2011 Napoli, ItaliaCronacaArrestato il boss Michele ZagariaNella foto: Michele Zagaria in manette

Arrestati i titolari della catena Butterfly. A finire in manetta, su ordine del gip del tribunale di Napoli, sono stati Pasquale Fontana, imprenditore 47enne, e il suo socoGiuseppe Santoro, 51enne, pasticciere: secondo gli inquirenti i due sono ‘organici’ al clan dei Casalesi. I loro locali sono dislocati in diverse zone del territorio campano. A chiedere la misura cautelare in carcere è stata la Dda di Napoli.

Ad eseguire i provvedimenti cautelari gli agenti della polizia di Caserta e della Dia di Napoli e Bologna.

Gli indagati rispondono di associazione per delinquere di tipo mafioso e intestazione fittizia di beni.

L’attività d’indagine, coordinata dalla Dda partenopea e condotta dalla Dia di Bologna e Firenze e dalla Squadra mobile della questura di Caserta, ha permesso di svelare la presunta partecipazione attiva del “clan dei Casalesi”, e in particolare della fazione Zagaria, in importanti settori dell’imprenditoria, e in particolare, nella collocazione sul territorio nazionale di pasticcerie, rivelando sia il tentativo di infiltrazione nel tessuto economico-sociale dell’Emilia Romagna da parte di imprese nate e operanti in territorio campano, sia l’intestazione fittizia delle stesse a soggetti ritenuti gravitanti nell’orbita del predetto aggregato camorristico.

Parallelamente agli arresti il giudice aveva ordinato anche il sequestro di 8 punti vendita della Butterfly, ma le attività commerciali non esistono più.

L’indagine, condotta con l’ausilio di attività tecniche di intercettazione, sia telefoniche che ambientali, corroborate da dichiarazioni di vari collaboratori di giustizia sull’argomento, ha consentito di accertare che gli indagati organizzavano incontri riservati con Michele Zagaria e con altri affiliati al fine di pianificare le attività del clan e che Santoro Giuseppe, oltre ad ospitare Zagaria nella propria abitazione e in quella di suoi stretti familiari, metteva a disposizione di diversi affiliati il locale pasticceria “Butterfly” di Casapesenna per la consegna di ‘pizzini’ da destinare al capo clan durante la sua latitanza.

Santoro, inoltre, riceveva un grosso finanziamento da Zagaria, con cui era in società, che gli consentiva di estendere l’attività commerciale della Butterfly s.r.l. aprendo vari punti vendita sul territorio campano e napoletano, presso i quali venivano, poi, assunti diversi parenti di affiliati al clan, al fine di procurare loro un lavoro apparentemente lecito.

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