Consultazioni, Maroni a Salvini: Vittoria elettorale non sempre anche politica

Milano, 11 apr. (LaPresse) – “Per un accordo tra centrodestra e M5S, ci sono difficoltà evidenti”. Così Roberto Maroni, governatore uscente della Regione Lombardia per la Lega, ai microfoni di ‘6 su Radio 1’ parla degli scenari possibili in vista delle prossime consultazioni che Mattarella avvierà per la formazione di un nuovo governo. “Penso sia probabile che si faccia una modifica alla legge elettorale – prosegue Maroni – introducendo un premio di maggioranza alla lista, per poi tornare subito al voto in ottobre”. Sulla possibilità che la Lega rompa la coalizione del centrodestra formando un nuovo esecutivo insieme ai cinque stelle, Maroni precisa: “Non vedo un interesse della Lega a rompere l’alleanza. Per fare cosa poi? Diventa complicato lasciare all’opposizione i tuoi stessi alleati. La vedo una cosa innaturale. Non credo sia possibile. Mattarella, d’altronde, alle prossime consultazioni non ha modificato lo schema delle presenze ed ha lasciato i cinque stelle alla fine. Ha dato più peso al voto della democrazia ed è un segnale interessante da leggere in vista di ciò che sarà”.

Sull’ipotesi che la coalizione del centrodestra si avvii verso la formazione di un partito unico, l’ex governatore Maroni dichiara poi: “Potrebbe essere ma la vedo complicata in tempi brevi perché la Lega è un partito di forte identità anche territoriale e Forza Italia è fortemente legata a Berlusconi. Un’evoluzione in questo senso è naturale, io non sono contrario, ma ci vuole qualche mese”. Infine, sulla scelta di Matteo Salvini di dare un’identità nazionale alla Lega, Maroni conclude: “Una scelta giusta? È stata una vittoria elettorale che non sempre coincide con una vittoria politica, come ha dimostrato Renzi dall’altra parte che ha avuto una straordinaria vittoria elettorale negli anni passati e una sconfitta politica al referendum che gli ha interrotto la carriera, almeno per ora. Mi auguro che l’evoluzione della Lega come partito nazionale non possa far venir meno la questione settentrionale, come poi si è visto dal voto, centrodestra al nord e grillini al sud”.

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