Decreto ‘Cura Italia’ al vaglio del Senato: il Governo chiede la fiducia

No delle opposizioni, mentre c’è l’accordo con il gruppo delle Autonomie al senato

Foto Vincenzo Livieri - LaPresse

ROMA – ‘Cura Italia’ al vaglio del Senato. Lo rende noto il ministro per i Rapporti con il parlamento Federico D’Incà. Secco il ‘No’ delle opposizioni, mentre c’è l’accordo con il gruppo delle Autonomie al senato. “Il Cura Italia, che oggi il Senato approverà – ha detto il capogruppo del Pd a Palazzo Madama Andrea Marcucci – è solo il primo dei tanti decreti disposti dal Governo per gestire l’emergenza economica. I margini di manovra del Parlamento sui 25 miliardi del decreto erano oggettivamente difficili da prevedere. Per questo sono soddisfatto del comportamento delle opposizioni, votano contro il provvedimento, ma non hanno fatto ricorso all’ostruzionismo”.

L’eccezione

Al senato sono tuttora in corso le dichiarazioni di voto sulla fiducia. Chiesto all’inizio da Federico D’Incà uno slittamento di un paio d’ore per “un ritardo nella bollinatura del testo”, tanto che, vista la situazione di emergenza i gruppi hanno “eccezionalmente acconsentito a avviare l’esame del provvedimento anche nelle more che arrivi il testo bollinato che ricalca interamente quello approvato dalla commissione fatta salva l’eliminazione di alcune norme che sono nel dl scuola e nel dl liquidità”.

Dati Svimez

Secondo i dati presentati da Svimez nel decreto il Centro-Nord risulta compensato per il 40% della perdita subita, mentre il Sud per il 50. “Il decreto Cura Italia compensa solo il 30% delle perdite subite dai lavoratori autonomi per il lockdown ed esplica maggiori effetti al Sud in rapporto al Pil (1,4% contro l’1,2% nel Centro-Nord), mentre in termini pro capite si concentra maggiormente al Centro-Nord (372 euro pro capite contro i 251 nel Mezzogiorno)”.

Le critiche

Da parte delle opposizioni, Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia sono giunte dure contestazioni, da cui il decreto è stato definito “presa in giro degli italiani”.

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