Covid, 1 milione di casi in Giappone. Ema su J&J: “Reazioni ma benefici invariati”

Il Giappone ha raggiunto la soglia psicologica di un milione di contagi. Da quando il virus è stato rilevato per la prima volta nel paese, il 16 gennaio 2020, il numero di casi si è sempre tenuto basso, fino alla scorsa primavera.

BRUXELLES – Il Giappone ha raggiunto la soglia psicologica di un milione di contagi. Da quando il virus è stato rilevato per la prima volta nel paese, il 16 gennaio 2020, il numero di casi si è sempre tenuto basso, fino alla scorsa primavera. Ad aprile di quest’anno il numero è arrivato a oltre 500mila casi, un incremento consistente se si pensa che solo nell’aprile dello scorso anno i casi avevano superato quota 10mila. Ci sono voluti cioè 15 mesi per arrivare a mezzo milione di infezioni, ma meno di quattro mesi per aggiungerne altri 500mila al bilancio. Ad alimentare la quinta ondata è la variante Delta, con oltre 100mila casi confermati negli ultimi nove giorni. I morti nel Paese sono oltre 15mila. Tokyo ha registrato 4.515 nuove infezioni di Covid-19 in 24 ore, un numero minore rispetto al record del giorno prima, quando era salito sopra quota 5mila per la prima volta nel corso della pandemia. Il primo ministro giapponese Yosihide Suga ha dichiarato che “le infezioni si stanno espandendo a un tasso che non abbiamo mai sperimentato prima”, escludendo ogni legame con le Olimpiadi nel corso dello stato d’emergenza.

La Cina, invece, vede il virus avanzare in numeri esigui ma sufficienti a mettere in allarme le autorità locali e attivare misure di contenimento drastiche. Giovedì sono stati registrati 124 nuovi contagi, di cui 80 a trasmissione domestica. La provincia più colpita è quella di Jiangsu, dove si registrano 61 nuovi casi. Pechino sta annullando diversi eventi per fermare la trasmissione del virus, come il Beijing International Film Festival, previsto per il 14-21 agosto.

Nelle Filippine è allarme. Il paese asiatico ha infatti registrato 10.623 casi di contagio in 24 ore, il dato più alto dal 17 aprile, portando il totale a oltre 1.638.000. I nuovi decessi sono stati 247, portando il totale a 28.673, hanno riferito i media filippini. Le autorità sanitarie hanno attribuito il picco di casi al mancato rispetto dei protocolli sanitari e delle procedure di quarantena, nonché alla diffusione della variante Delta altamente contagiosa. Sul versante europeo, in un paese come la Svezia che non ha mai adottato misure anti-Covid molto restrittive, si cominciano a vedere gli effetti delle vacanze e delle discoteche, sostiene il governo. La diffusione del Covid19 in Svezia ha continuato ad accelerare con tassi di infezione non più considerati bassi, ha affermato oggi l’autorità sanitaria del paese, accusando per l’aumento dei contagi i viaggi all’estero e le discoteche affollate nei locali notturni di Stoccolma. Ci sono stati 3.451 nuovi casi di Covid-19 in Svezia la scorsa settimana, un aumento del 30% rispetto alla settimana prima.

Quanto ai vaccini, l’Ema ha pubblicato nuovi dati sul monitoraggio degli effetti collaterali dei sieri approvati nell’Ue. Secondo il Comitato di valutazione dei rischi per la farmacovigilanza dell’Ema le reazioni di vertigini e acufeni (fischi o altri rumori in una o entrambe le orecchie) riportate sono collegate alla somministrazione del vaccino Johnson & Johnson. “Per giungere a questa conclusione, il Comitato ha preso in considerazione tutte le prove attualmente disponibili. Ciò ha incluso un’analisi di 1.183 casi di vertigini, identificati come parte di segnalazioni spontanee sulle reazioni legate all’ansia da immunizzazione. Per quanto riguarda l’acufene, l’Ema ha studiato sei casi osservati negli studi clinici e 108 casi identificati dall’azienda durante il monitoraggio delle segnalazioni spontanee”, afferma l’agenzia con sede ad Amsterdam. Il Comitato di valutazione dei rischi per la farmacovigilanza ha inoltre raccomandato di aggiornare i bugiardini del vaccino Johnson & Johnson per includere la trombocitopenia immunitaria come reazione avversa, nonché un avvertimento per avvisare gli operatori sanitari e le persone che assumono il vaccino di questo possibile effetto collaterale. Tuttavia, il rapporto rischi/benefici del vaccino rimane invariato, sottolinea l’agenzia. Il Comitato ha infine discusso i casi segnalati di disturbi mestruali verificatisi dopo la vaccinazione contro il Covid-19 e ha rilevato che finora non è stata stabilita alcuna associazione causale con i vaccini approvati.

Di Fabio Fantozzi

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