Covid, Arcuri: “Ora potrò difendermi e chiarire su abuso ufficio”

Chiuse le indagini per l’inchiesta aperta nel 2019 dalla Procura di Roma sul "caso mascherine".

Foto Roberto Monaldo / LaPresse Nella foto Domenico Arcuri

ROMA – Chiuse le indagini per l’inchiesta aperta nel 2019 dalla Procura di Roma sul “caso mascherine”. Per Domenico Arcuri sono state archiviate le due ipotesi di reato per “corruzione” e “peculato” e si ipotizza una richiesta di rinvio a giudizio per il solo “abuso d’ufficio”, tra l’altro per la mancata applicazione di un Regio decreto del 1923.

“Nel pieno rispetto del lavoro della magistratura – ha commentato Domenico Arcuri, ex commissario per l’emergenza Covid – esprimo la mia soddisfazione per l’archiviazione delle ipotesi relative non solo alla corruzione, ma anche al peculato, nonché la possibilità di esercitare finalmente il mio diritto alla difesa in relazione alla residuale ipotesi di abuso d’ufficio”.

 Nella nota diffusa dall’ufficio stampa si chiarisce che con il deposito degli atti Arcuri ‘potrà finalmente effettuare con piena cognizione degli atti la sua difesa’. Sin da ora si ribadisce, inoltre, ‘che il comportamento di Arcuri e dell’intera struttura commissariale è sempre stato conforme al rispetto della legge e delle esigenze della collettività in un momento particolarmente drammatico’.

L’ipotesi di abuso prospettata nella rubrica provvisoria è stata definita dalla difesa di Arcuri “particolarmente fragile e incoerente” e quindi, nel rispetto dell’attività dell’Autorità giudiziaria, sarà esercitato il diritto di difesa nella maniera più intransigente possibile.

LaPresse

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