Covid, tre comuni del Nuorese rischiano la zona rossa: l’appello dei sindaci

Tre comuni del Nuorese rischiano la zona rossa per l'impennata di contagi e i sindaci lanciano l'allarme ai loro concittadini, invitandoli a rispettare le regole. Si tratta di Bolotana, Silanus e Macomer

Foto Claudio Furlan - LaPresse 17 Marzo 2020 Milano (Italia) News Milano durante l’emergenza coronavirus Nella foto: Via Paolo Sarpi al tramonto Photo Claudio Furlan/Lapresse 17 March 2020 Bergamo (Italy) Milan during the coronavirus outbreak In the photo: sunset in Via Paolo Sarpi

CAGLIARI – Covid, tre comuni del Nuorese rischiano la zona rossa: l’appello dei sindaci. Tre comuni del Nuorese rischiano la zona rossa per l’impennata di contagi e i sindaci lanciano l’allarme ai loro concittadini, invitandoli a rispettare le regole. Si tratta di Bolotana, Silanus e Macomer. “Dato il numero crescente di persone, perlopiù di giovane età, in attesa di essere sottoposte al tampone molecolare per la diagnosi definitiva- scrive il sindaco di Bolotana Annalisa Motzo – sentito il parere dei responsabili dell’ufficio di igiene pubblica di Nuoro, a tutela e salvaguardia della salute pubblica quale bene prioritario, sarò costretta ad assumere provvedimenti più restrittivi, compresa l’eventualità di dichiarare la zona rossa nell’intero territorio comunale”.

Allarme anche a Silanus, dove un focolaio si è registrato proprio in municipio, con 9 dipendenti comunali e un amministratore contagiati.

“Inutile dirvi che la preoccupazione è grande – scrive il sindaco Gian Pietro Arca – non tanto per lo stato di salute dei dipendenti e dell’amministratore, i quali, per il momento, stanno bene e alcuni di loro, addirittura, non presentano alcun sintomo, ma per la rapidità con il quale il virus, che tanta sofferenza e dolore ha causato nel nostro paese, sta nuovamente diffondendosi”. Non è infine rassicurante la situazione a Macomer, dove il sindaco Antonio Succu richiama ancora una volta i cittadini al rispetto delle regole per evitare che la situazione precipiti.

(LaPresse)

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