Crisi Ilva, la montagna ha partorito un topolino: ‘a vuoto’ l’incontro fiume tra Conte e i vertici di ArcelorMittal. Acciaieria a rischio chiusura

Nel braccio di ferro tra ArcelorMittal e l’esecutivo, terminato dopo ore di trattativa, il premier Conte ha assicurato che il governo è pronto a rimettere sul piatto una nuova immunità penale che però fa storcere il naso ai 5S

Foto Filippo Attili / Palazzo Chigi / LaPresse in foto il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte

ROMA – Crisi Ilva, la situazione si fa critica: a rischio la sopravvivenza dell’acciaieria e di migliaia di famiglie italiane.

L’incontro

La montagna ha partorito un topolino. Quel topolino che esce da Palazzo Chigi foriero di nefasti presagi. Ci si aspettava tutt’altra conclusione dall’incontro tra le parti: il governo da un lato e la proprietà ArcelorMittal dall’altra. Ma non è stato così. Il confronto, pare anche aspro in alcuni suoi toni, ha prodotto un nulla di fatto. O, quantomeno, un momento di pausa e riflessione. Ma l’azienda sembra convinta di procedere su una strada che porterebbe ad una vera e propria via senza uscita. E’ quanto si evince dalla conferenza stampa di questa notte in cui il premier Conte ha spiegato e chiarito la situazione che appare tutt’altro che semplice da sbrogliare.

Richiesta inaccettabile

Chiesti dalla società quale ‘conditio sine qua non’ per non consegnare la chiavi dell’azienda, ben 5mila esuberi. Condizione che Conte ha ritenuto “inaccettabile”. “Il problema – continua il premier- è industriale, ArcelorMittal ritiene che l’impianto produttivo, a questi livelli, non è sostenibile e non può mantenere i livelli occupazionali”. E ha aggiunto: “Lo scudo penale non è la causa del disimpegno dell’azienda”. Per Conte l’azienda non ritiene di poter remunerare l’investimento: “Ci chiedono 5mila esuberi, non è accettabile. C’è un rischio di impresa, parliamo di un player globale attrezzatissimo, profondo conoscitore del mercato. E’ inaccettabile che dopo un anno si metta in discussione il piano. E’ inaccettabile la proposta che ci è stata fatta”.

Italia a raccolta

“Giovedì apriamo il tavolo, tutto il Paese a raccolta – ha detto il presidente -. Il nostro strumento al momento è la pressione del nostro sistema Paese. Faccio appello al presidente Michele Emiliano, al sindaco di Taranto, a tutti i sindacati. Verrete convocati a Roma domani pomeriggio. Chiameremo a raccolta l’intero Paese”. Una situazione venutasi a creare già in piena crisi. Fonti di governo spiegano: “Praticamente siamo già in causa”.

Il piano B

“Al momento la via concreta è il richiamo alla loro responsabilità – ha sopiegato il premier – In attesa di un aggiornamento il Governo sta lavorando ad una soluzione alternativa, ad un piano B”. Un piano B, insomma, che non includerebbe la partecipazione di Cdp ma che potrebbe concretizzarsi con una nuova cordata. Vedremo

Lo sciopero

Intanto Fim-Cisl, visti i risultati di Palazzo Chigi di ieri hanno immediatamente proclamato uno sciopero di 24 ore per domani, 8 novembre, oltre ad una manifestazione a Roma.

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