Crisi, Salvini: “Ho detto a Di Maio che poteva fare il premier e non morire renziano”

Le parole del leader leghista

Foto Vincenzo Livieri - LaPresse in foto Matteo Salvini

MILANO – “Ma sì. A differenza di altri, quando noi diciamo ‘mai con il Pd, mai con quelli di Bibbiano e di Banca Etruria’, poi è proprio così. Gli abbiamo detto che aveva una scelta per non morire renziano: sei il primo partito, fai il premier”. Così il leader leghista Matteo Salvini, in un colloquio con il Corriere della sera, conferma quanto detto da Di Maio, secondo cui la Lega gli aveva offerto la premiership.

“Dire che Giuseppe Conte è organico al Pd è dire poco. Ed è questo l’incredibile. Se il Pd strappa anche il vicepremier, è un filotto mai visto: hanno tutto dopo aver perso tutte le elezioni. Con un governo che grida vendetta persino in confronto a quello di Monti. Capisco bene che i dem siano preoccupati dal voto su Rousseau”. Così il leader leghista Matteo Salvini in un colloquio con il Corriere della sera.

“Mi chiedo: da quando il nostro governo ha smesso di funzionare? La risposta è: da quando Conte ha avocato tutto a Palazzo Chigi. Ha accentrato i dossier su di sé e tutto si è bloccato: codice degli appalti, autonomia, giustizia, riforma fiscale… Persino il turismo e le adozioni”, attacca Salvini, che spiega che alla convocazione delle parti sociali al Viminale “io ero imbarazzato. Gli imprenditori mi dicevano che sul codice degli appalti attendevano novità già a fine 2018, mentre all’inizio di questo mese nulla ancora si era mosso. Viene davvero il dubbio che tutto fosse organizzato”.

Salvini non si dice pentito di aver innescato la crisi di governo: “Il giochetto sarebbe venuto a galla con la manovra, in settembre. Così, almeno, abbiamo costretto tutti a gettare la maschera”. E sulle consultazioni al Colle spiega: “Io al presidente ho detto che questo governo parte già in minoranza non soltanto nel Paese, ma soprattutto nelle teste di chi lo fa. Questo governo è il meno democratico e rappresentativo di sempre. Come si fa a far partire un esecutivo in cui gli stessi soci fondatori non credono?”.

(LaPresse)

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