Cucchi, il generale Luzi: “Ha vinto lo Stato di diritto, scatteranno le espulsioni dall’Arma”

Aveva annunciato qualche mese fa che non ci sarebbero stati sconti a livello interno in una delle storie più sofferte dei 207 anni di vita dell'Arma

Foto Vincenzo Livieri - LaPresse 11-10-2018 - Roma Cronaca Ilaria Cucchi ospite di Porta a Porta. Nella foto Ilaria Cucchi Photo Vincenzo Livieri - LaPresse 11-10-2018 - Rome News Ilaria Cucchi guest at Porta a Porta. Nella foto Ilaria Cucchi

TORINO – La sentenza della Cassazione che ha scritto la parola fine sui carabinieri responsabili della morte di Stefano Cucchi “non può essere che una vittoria”. E per loro scatterà l’espulsione dall’Arma. Ma anche per quella di primo grado sui depistaggi c’è la decisione di assumere alcuni provvedimenti con effetto immediato. Il generale Teo Luzi, comandante dei carabinieri, aveva annunciato qualche mese fa che non ci sarebbero stati sconti a livello interno in una delle storie più sofferte dei 207 anni di vita dell’Arma. E ora, in un’intervista a La Stampa, spiega le conseguenze sul piano istituzionale di un caso che ha richiesto 13 anni per accertare cos’era realmente accaduto, fino ad arrivare alla verità che senza la tenacia dei familiari della vittima si sarebbe sciolta dietro ricostruzioni di comodo e versioni di facciata. No, invece, a una lettura politica, per di più dopo le polemiche riaccese da Matteo Salvini.

“La sentenza della Corte di Cassazione del 4 aprile – sottolinea Luzi – ha accertato in modo definitivo la responsabilità preterintenzionale di due militari dell’Arma per la morte di Stefano Cucchi. L’accertamento della verità sancito da una sentenza definitiva non può essere che una vittoria ed è un’affermazione dello Stato di diritto di cui l’Arma è sempre stata garante. Un epilogo che tuttavia non risarcisce nessuno. Rimane il dolore di tutti. Per primo, quello della famiglia Cucchi, alla quale esprimo ancora una volta la mia sentita vicinanza. Per tutti gli altri militari tuttora imputati a diverso titolo nei due distinti processi, auspichiamo una rapida definizione delle loro posizioni. Indipendentemente dalla presunzione di innocenza e dall’esito di entrambi i processi, sento il dovere di dire che l’Arma ha vissuto con profonda sofferenza l’intera vicenda per la gravità delle condotte contestate, radicalmente lontane dai principi e dai valori che da sempre contraddistinguono l’impegno dei carabinieri al servizio del Paese e dei suoi cittadini».

(LaPresse)

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