Da Siri a Rixi: il dilemma grillino e il giustizialismo (in termini di voti) che non paga

Dopo il caso che ha coinvolto il leghista, ora tocca ad un altro componente dell'esecutivo guidato da Conte coinvolto nell'inchiesta sulle spese pazze il Liguria

La crisi del Governo passa di sottosegretario in sottosegretario. Tra le tante divergenze emerse in questi mesi tra l’anima grillina e quella leghista, c’è anche l’approccio alle inchieste giudiziaria che toccano la politica. L’indagine che ha coinvolto Armando Siri ha spinto il Movimento 5 Stelle a chiedere ed ottenere le sue dimissioni.

E all’orizzonte si prospetta un altro caso simile: si tratta del sottosegretario Edoardo Rixi, finito sotto inchiesta per le presunte spese pazze in Liguria. Per il Movimento 5 Stelle il componente dell’esecutivo deve lasciare in caso di condanna, per la Lega, invece, dovrebbe restare.

Lo spirito giustizialista non ha portato voti alla compagine grillina, come non ha prodotto consensi il reddito di cittadinanza. Il risultato negativo alle Europee è lampante. E ad intestarsi la sconfitta ora non può non essere che Luigi Di Maio. Il vicepremier, ministro e capo del partito ha affidato ad un voto sulla piattaforma Rousseau la propria leadership. Saranno i militati a decidere se confermarlo o meno guida del Movimento. In tanti nel M5S sono quelli che vorrebbero una ripartizione delle cariche, evitando che il politico di Pomigliano sia contemporaneamente rappresentante dei 5 Stelle e numero due del Governo.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome