Decreto anticorruzione, il daspo varrà anche per le società: linea morbida per i ‘pentiti delle mazzette’

Il disegno di legge di Bonafede comincia oggi il suo esame a Montecitorio, previste sanzioni "non inferiori a 5 anni".

Le votazioni di oggi alla Camera
Le votazioni di oggi alla Camera

ROMA – Il daspo Anticorruzione non varrà solo per le persone ma anche per le società. Lo prevede il ddl del guardasigilli Alfonso Bonafede che comincia oggi il suo esame alla Camera dei deputati.

Verranno colpite anche le società

Il testo approvato dal Consiglio dei ministri 6 settembre scorso è composto da dieci pagine e dodici articoli. Gli ultimi sei sono dedicati alla nuova disciplina dei finanziamenti ai partiti e alle fondazioni. I primi sei, invece, modificano articoli del codice penale, di procedura penale e civile.

Sanzioni di durata non inferiore a 5 anni

La modifica fondamentale è all’articolo 25, comma 5. Le sanzioni interdittive in caso di condanna passano da una durata “non inferiore ad un anno” a una “non inferiore a cinque e non superiore a dieci anni”. Si va dalla “sospensione o revoca delle autorizzazioni” al “divieto di contrattare con la pubblica amministrazione”. Inserito in diversi commi del primo articolo è l’atteso daspo per i condannati. Vale a dire l’interdizione in perpetuo dai pubblici uffici per chi è stato riconosciuto colpevole di una lunga serie di reati. Ma solo in caso di condanne superiori ai due anni.

“Se viene inflitta la reclusione per un tempo non superiore a due anni – recita il ddl – la condanna importa l’interdizione per una durata non inferiore a cinque anni né superiore a sette”. Questo per i dipendenti pubblici. Per gli imprenditori “la condanna a pena superiore ai due anni di reclusione per i delitti di cui al presente comma importa il divieto in perpetuo di concludere contratti con la pubblica amministrazione”.

Interdizione cessa 12 anni la riabilitazione

Il daspo vale anche in caso di sospensione o riabilitazione. Alla lettera F si spiega che “il giudice può disporre che la sospensione non estenda i suoi effetti alle pene accessorie dell’interdizione dai pubblici uffici e dell’incapacità di contrattare con la pubblica amministrazione”. Alla G, invece, è disposto che “la riabilitazione concessa a norma dei commi precedenti non produce effetti sulla pena accessoria della interdizione perpetua dai pubblici uffici e su quella della incapacità a contrarre in perpetuo con la pubblica amministrazione”. Se però è passato “un termine non inferiore a dodici anni dalla riabilitazione, la pena accessoria è dichiarata estinta, quando il condannato abbia dato prove effettive e costanti di buona condotta”.

Pentiti delle mazzette e agenti sotto copertura

Confermata anche l’introduzione dei cosiddetti “pentiti delle mazzette” con il 323 bis. “Non è punibile chi ha commesso taluno dei fatti previsti se prima dell’iscrizione a suo carico della notizia di reato lo denuncia volontariamente e fornisce indicazioni utili”. Corrotti e corruttori dovranno, in pratica, rivolgersi spontaneamente all’autorità giudiziaria. Il tutto prima di essere messi sotto inchiesta e comunque entro sei mesi dall’aver ricevuto o pagato una tangente.

“La non punibilità del pubblico ufficiale, dell’incaricato o del trafficante di influenze illecite – continua il disegno di legge – è subordinata alla messa a disposizione della utilità percepita o, in caso di impossibilità, di una somma di denaro di valore equivalente”. Come dire: bisognerà restituire la mazzetta. Confermata, inoltre, la possibilità di utilizzare gli agenti sotto copertura anche per combattere i cosiddetti reati dei colletti bianchi. Lo prevede l’articolo 5.

Manovra, Salvini: “Nessun passo indietro per lo spread”

“Non faremo marcia indietro”. Matteo Salvini è pronto a puntare i piedi pur di difendere la manovra economica. Ed è disposto a farlo anche se lo spread dovesse continuare a salire e arrivasse a sfondare i 400 punti basi. “Se tagli le tasse aiuti la crescita – ha spiegato il vice premier leghista – noi puntiamo a un’Italia che non cresce dello zero virgola, ma del due, del due e mezzo”.

“Per il reddito di cittadinanza 8 milioni, non 10”

Nell’ottica del governo gialloverde questa manovra è l’anticamera delle riforme promesse. Una sorta di avvio che verrà completato nel corso delle prossime leggi di Bilancio. “Non possiamo fare in cinque mesi quel che altri non fatto in dieci anni”, ha replicato Salvini a chi gli chiede se siano sufficienti due miliardi di risorse per la flat tax. “È incredibile che dopo i disastri che ha fatto il Pd ci si rimproveri. Siamo qua da quattro mesi e la gente ha capito che facciamo quello per cui ci hanno votato. Io nel mio su immigrazione, sicurezza, beni della mafia”. Anche per il reddito di cittadinanza sarà stanziato un po’ meno dei 10 miliardi di euro promessi nei giorni scorsi da Luigi Di Maio. “Se la matematica non è un’opinione – ha fatto notare Salvini – se ce ne sono 7-8 per la Fornero, ce ne sono 8 per il reddito”.

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