Del Basso De Caro a “Cronache”: “Evitiamo brogli, alle Primarie del Pd in Campania posso superare il 25%”

"Essere parlamentare non è un limite, serve un cambio di passo. Il Pd deve farsi portatore di un progetto alternativo al governo nazionale e andare oltre le polemiche”

Foto LaPresse - Tiziano Manzoni

NAPOLI – Chiusa la prima fase congressuale del Pd, i candidati alle segreterie nazionale e regionale puntano sulle primarie aperte del prossimo 3 marzo per confermare o ribaltare il risultato. Meno di un mese per arrivare pronti alla guida di un partito che va reinventato. Ne parla con ‘Cronache’ il deputato, e candidato alla guida del Pd campano, Umberto Del Basso De Caro

Onorevole, si è conclusa la prima fase congressuale, quella delle convenzioni a cui hanno partecipato solo gli iscritti. Lei si è posizionato, al momento, dietro il suo avversario Leo Annunziata. Crede che il fatto che lei non sia napoletano l’abbia penalizzata, o pensa possa penalizzarla alle primarie vere e proprie?

Per la verità non credo, perché pur non essendo napoletano, sono abbastanza conosciuto in regione Campania e francamente penso che il risultato che ho conseguito nelle convenzioni dei circoli, un quarto circa dei voti, il 25%, possa essere superato nelle primarie dove a votare saranno i cittadini. Ho una buona conoscenza del territorio e proprio per questo il territorio mi riconosce. 

Cosa l’ha spinta a candidarsi alla segreteria?

Ho dato la disponibilità a candidarmi perché credo di dover dare una mano al partito in un momento di difficoltà, spero di essere utile ma non da solo. Il compito che ci aspetta richiede responsabilità collettiva, mica posso assumermela da solo. E’ una cosa che devo fare insieme a molti altri e spero che ci siano tante persone di buona volontà. 

Cosa serve al Pd per presentarsi pronto ad appuntamenti elettorali importanti come le regionali del 2020?

Intanto dobbiamo darci un profilo identitario e un profilo organizzativo. Sul piano organizzativo visto che il partito attualmente è ai minimi termini in Campania, mentre sul piano politico dobbiamo attrezzare una proposta, un orizzonte politico che guardi ai prossimi anni. Serve proprio perché in regione Campania l’anno prossimo si vota e noi dobbiamo dotarci di un programma che sia di secondo mandato. 

Su Napoli il Pd non è riuscito a fare ferma opposizione al sindaco De Magistris, sarà più difficile recuperare forza rispetto alla Regione?

Al Comune di Napoli, da 10 anni, veniamo esclusi addirittura dal ballottaggio, non arriviamo neanche alla seconda fase in una città che è la capitale del Mezzogiorno. Francamente mi pare un fatto enorme che va superato. Dobbiamo riorganizzare il partito e farlo in maniera da avere un’idea di regione e di Comune. 

Che tipo di idea?

Un’idea delle funzioni territoriali sul piano regionale, sulle aree interne e sulle aree costiere. Non per riproporre un vecchio schema antico desueto, ma un’integrazione tra questi territori, uno ricco di popolazione e l’altro ricco di territorio con scarsa popolazione, penso alle province di Avellino e Benevento. Queste aree vanno integrate. L’integrazione è possibile sul tema delle infrastrutture, su quello della mobilità che è uno dei diritti negati, sul tema del cambio gomma-ferro in provincia di Benevento ed Avellino. Ci sono una serie di questioni che naturalmente sono significative per il futuro della Regione Campania. Per quanto riguarda il comune di Napoli mi pare che il capoluogo partenopeo sia una città in fase calante, la sua identità va riscritta e quindi penso che il partito regionale debba fare innanzitutto questo, discutendo e non dividendosi. Continuare a dividersi non serve a niente siamo più che ridotti ai minimi termini, dovremmo tentare di risalire la china. D’altra parte c’è il riferimento biblico: soltanto chi cade può risorgere. Noi siamo caduti possiamo solo risorgere. Ma occorre la buona volontà di tanti. Io sono tra i tanti, uno dei tanti. Il mio contributo è questo.

Il congresso si terrà poche settimane prima delle europee, pensa che questo possa incidere rispetto alla preparazione delle liste e alla strategia da mettere in campo?

Devo dire che noi una visione di Europa l’abbiamo sempre avuta, l’abbiamo sempre saputa declinare. Sappiamo molto bene quali sono i limiti dell’Europa, ma conosciamo altrettanto bene quante grandezze ci sono e quante opportunità da continuare a cogliere. Sappiamo bene che l’Europa è un’idea che ci accompagna e ci differenzia profondamente dai movimenti antieuropeisti e sovranisti. Sotto questo profilo celebrare il congresso il 3 marzo secondo me è un fatto positivo perché c’è la ribalta nazionale, si accendono i riflettori sul partito, il partito si dota di nuovi organismi dirigenti. Possiamo correre. 

Laddove venisse eletto segretario, in che modo pensa di poter unire tutte le anime del partito archiviando le spaccature tra correnti che hanno caratterizzato il Pd fin dalla sua nascita?

Occorre la buona volontà di tanti e la consapevolezza dello stato in cui ci troviamo che non è sicuramente di buona salute. Dobbiamo rimetterci in piedi e per farlo occorrono due condizioni l’umiltà è l’unità. 

In che modo la sua attività parlamentare può incidere sulla guida del partito campano? Pensa sia un valore aggiunto o un limite?

Nessuna delle due. Il valore aggiunto non è l’attività parlamentare, ma la lunga esperienza che io ho maturato in politica dopo tanti decenni di impegno nei partiti e nei percorsi istituzionali. Penso di poter dare un buon contributo in termini di esperienza e di conoscenza. 

Ci sono già state polemiche intorno alle convenzioni, limitate agli iscritti. Per evitare brogli e ricorsi alle primarie che saranno aperte, cosa si deve fare? 

Brogli spero non si verifichino, anzi sono sicuro che non ce ne saranno. Per quanto riguarda i ricorsi, è chiaro che sono figli di una disciplina organizzativa e regolamentare che molto spesso è carente e lascia dei vuoti e degli spazi che qualcuno si preoccupa di riempire. Spero non ci sia la necessità di fare ricorsi o la necessità di compiere iniziative giudiziarie, in questo momento abbiamo bisogno di tutto tranne che di questo. 

Su cosa deve puntare il Pd, campano quanto nazionale, per tornare ad essere protagonista della cena politica? 

Si deve fare portatore di un progetto alternativo a questo governo nazionale, e per essere alternativo deve essere anche credibile. La nostra azione deve essere percepita dalla gente comune come un progetto realizzabile e non come una contestazione tout court rispetto a quello che fa il governo attuale, che non fa o, peggio, che fa male ma anche dire cosa vogliamo fare noi. 

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