Dl Dignità, M5S: la scienza batte il marketing delle lobby dell’azzardo

"La scienza batte il marketing delle lobby dell’azzardo. Da oggi con una rivoluzione culturale che mette la scienza al centro chiamiamo il dramma generato dall’azzardo con il suo giusto nome scientifico. "

Foto LaPresse - Francesco Moro

Roma, 27 lug. (LaPresse) – “La scienza batte il marketing delle lobby dell’azzardo. Da oggi con una rivoluzione culturale che mette la scienza al centro chiamiamo il dramma generato dall’azzardo con il suo giusto nome scientifico. Dunque il disturbo da gioco d’azzardo DGA non più ‘ludopatia’ la parola sulla quale il marketing delle lobby dell’azzardo ha costruito negli ultimi anni le loro fortune abbinandola al concetto positivo del ‘ludum’ cioè semplice gioco”. Lo dichiara Massimo Baroni primo firmatario dell’emendamento approvato oggi in Commissione Finanze. A favore tutti le forze politiche meno Forza Italia che ha votato contro. “Se qualche giornalista vuole accorciare il termine la chiami quindi ‘azzardopatia’ perché di ludico c’è ben poco in questo dramma sociale ed economico” .

sottolinea

“A tal proposito ricordo le parole di Simone Feder importante psicologo impegnato da anni nel contrastare la diffusione di questa piaga sociale e curare i malati ‘La proposta di sostituire la parola ‘ludopatia’, chiaramente derivante da ‘ludum’ ‘ gioco e quindi concettualmente profondamente sbagliato, con la definizione ‘disturbo da gioco d’azzardo’ appare oggi come un’importante conquista” spiega Baroni citando lo psicologo lombardo. “Con l’emendamento inoltre si definisce meglio il divieto di pubblicità e sponsorizzazioni su internet, declinato in ‘canali informatici digitali e telematici inclusi i social media’”. “Sempre per contrastare il marketing illusorio e ingannevole creato negli anni dalle aziende del settore è stabilito che dal 1 gennaio 2019 nelle lotterie istantanee come il Gratta e Vinci ‘ i premi uguali o inferiori al costo della giocata non sono ricompresi nelle indicazioni della probabilità di vincita”, conclude il capogruppo in commissione Affari Sociali del Movimento 5 Stelle.

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