Ebola, accertati due nuovi casi in Congo: si mobilita l’Unicef

L'associazione sta già collaborando con le comunità locali per arginare il contagio

LP - AFP PHOTO / Junior D. KANNAH

MILANO (LaPresse) – L’Unicef si è subito attivato nella risposta contro il virus Ebola nella Repubblica Democratica del Congo. Per fornire sostegno a migliaia di persone, compresi i bambini, a rischio nella città di Butembo. A seguito della recente conferma da parte del Governo di due nuovi casi di Ebola.

L’allarme dell’Unicef, due nuovi casi di ebola in Congo

“Butembo è un’importante città commerciale e ha quasi un milione di abitanti. C’è quindi un rischio reale che il virus possa diffondersi rapidamente in un centro abitato così vasto”. Lo ha detto Gianfranco Rotigliano, rappresentante dell’Unicef nella Repubblica Democratica del Congo durante la sua missione a Butembo. “Il numero di casi confermati di Ebola a Butembo rimane limitato. Ma dobbiamo fare tutto il possibile per garantire che l’epidemia sia controllata in questa fase iniziale”. L’Unicef sta ampliando la risposta di Ebola. E sta impiegando a Butembo un team di 11 specialisti in sensibilizzazione delle comunità, istruzione, assistenza psico-sociale, acqua, servizi igienico-sanitari. Per aiutare a contenere la malattia. Ed evitare inoltre un’ulteriore diffusione dell’epidemia.

Misure per fronteggiare l’emergenza

L’Unicef ed i suoi partner hanno già dato priorità ai quartieri di Butembo con casi confermati di Ebola e alle persone che sono state in contatto con persone colpite, riferisce l’agenzia Onu in una nota, spiegando che l’Unicef ha: formato 35 operatori psico-sociali per assistere le famiglie e i bambini colpiti dalla malattia. Trasmesso programmi di informazione su nove radio comunitarie e sensibilizzato 36 giornalisti sulle misure di prevenzione. Informato 255 leader della comunità locale nei quartieri mirati di Butembo sul virus Ebola, sulle misure di prevenzione e sul numero di emergenza da contattare per l’assistenza sanitaria precoce e specializzata per le persone con sintomi simili all’Ebola. E sensibilizzato circa 7.000 persone attraverso i leader religiosi.

Particolarmente colpito il quartiere Ndindi di Beni

“Ampliando la sua risposta alla città di Butembo, l’Unicef continua a lavorare con i suoi partner a Mangina e Beni. Dall’inizio dell’epidemia, l’Unicef ha collaborato con la comunità, i giovani e i leader religiosi. Per raggiungere più di 3,3 milioni di persone con messaggi di sensibilizzazione e prevenzione su Ebola”. Lo scrive Unicef, sottolineando che sta lavorando con le comunità locali e con i sopravvissuti di Ebola. Per assicurare che le strategie messe in atto siano efficaci e sostenibili. E per superare la resistenza locale contro la risposta ad Ebola, in particolare nel quartiere Ndindi di Beni.

Il team dell’associazione umanitaria

I team multidisciplinari dell’Unicef comprendono antropologi, che assicurano che la risposta sia sensibile alle credenze e alle pratiche culturali. In particolare per quanto riguarda la cura delle persone malate. E per affrontare le preoccupazioni della popolazione riguardo a sepolture sicure e dignitose. A Ndindi, i comitati locali stanno lavorando a stretto contatto con l’Unicef per identificare e attuare attività di sensibilizzazione. I comitati locali hanno contribuito ad attivare camion per sensibilizzare la comunità con megafoni che attraversano il quartiere. L’Unicef ha fornito a 120 leader locali telefoni cellulari per rafforzare la diagnosi precoce e la segnalazione ai servizi sanitari di persone sospettate di essere state colpite.

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