Egitto, “duemila fermati” per le proteste contro Sisi

Pioggia di arresti dopo le manifestazioni di venerdì e sabato scorsi. Sisi: "Ci sono forze del male che cercano di prendervi di mira"

IL CAIRO – Raffica di arresti dopo le proteste contro il presidente Abdel Fattah al Sisi. U’organizzazione egiziana per i diritti umani, il Centro egiziano dei diritti economici e sociali, ha parlato di almeno 1.909 persone, tra cui 68 donne. I manifestanti sarebbero stati fermati in seguito alle manifestazioni antigovernative di venerdì e sabato scorso al Cairo e in diverse altre città del Paese. Le forze di sicurezza del presidente egiziano avevano parlato di numeri molto più bassi. La maggior parte dei fermati è stata arrestata nella capitale del Paese. Ieri sera la Procura generale ha detto che “poco meno di mille” persone sono state “interrogate alla presenza dei loro avvocati” in merito alle manifestazioni.

Alcuni sono stati rilasciati

L’organizzazione umanitaria non ha precisato se e quanti di questi siano stati rilasciati. Alcune fonti locali hanno reso noto che tra gli arrestati ci sono giornalisti, avvocati, intellettuali e politici, alcuni dei quali accusati di legami con i Fratelli Musulmani. Dopo la protesta l’accesso ad alcuni siti, compresa la Bbc e l’applicazione di messaggi di Facebook, è stato interdetto. Almeno cinquecento i siti silenziatti. Il clima nella capitale è sempre più difficile.

Le parole di Sisi

“Ci sono forze del male che cercano di prendervi di mira”, queste le parole che riferisce la televisione di Stato, del presidente egiziano Abdel Fattah al Sisi. Il presidente si è rivolto agli egiziani al suo rientro al Cairo da New York, nel giorno in cui potrebbero esserci nuove manifestazioni antigovernative dello scorso fine settimana. Sisi ha tuttavia aggiunto che “nessuno può ingannare gli egiziani e non c’è da preoccuparsi. Il popolo egiziano è diventato più cosciente”, ha detto.

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