Elezioni, Letta: “Di nuovo Draghi solo se vince Pd, subito dl bollette o azienda Italia chiude”

Foto Roberto Monaldo / LaPresse Nella foto: Enrico Letta

ROMA“Per avere di nuovo Draghi e perché Draghi abbia un ruolo di fondamentale, importante e di alto livello nel nostro Paese c’è solo la possibilità che il Pd vinca le elezioni e che abbia un risultato importante”. Enrico Letta, ospite dello speciale di LaPresse in vista del voto del 25 settembre, non ha dubbi. Anche se l’obiettivo è riportare l’attuale presidente del Consiglio a palazzo Chigi, l’unico “voto utile” è quello per il Pd.

“La logica per cui Renzi e Calenda si rifugiano dietro Draghi è che non hanno un’identità da raccontare e usano Draghi per la campagna elettorale”. Per il leader dem, anche se il terzo polo “prendesse anche il 9% è totalmente ininfluente” perché il loro bottino “balla tra 5 e 8 senatori”. Diversamente, ribadisce Letta, “se il Pd otterrà un risultato importante, non avrei dubbi che Draghi possa giocare un ruolo per la politica e per il nostro Paese. Non sto dirvi quale ma non ho dubbi su questo”, insiste.

Dal premier il segretario dem si aspetta risposte immediate contro il caro energia, ma è convinto che la partita principale si giochi in Europa: “Ci sono poche ore di tempo per decidere e la decisione deve essere di contesto europeo”. La riduzione dei costi per famiglie e imprese è una partita che non consente sconfitte: “Dobbiamo riuscirci, non riuscirci non fa parte delle cose possibili. Vuol dire che l’azienda Italia chiude. Non vedo una possibile soluzione nella quale non ci si riesca. Bisogna riuscirci a tutti i costi”. Su questo, è convinto Letta, le forze politiche potrebbero riuscire a trovare una convergenza.

Poi, il 25 settembre “la scelta”, sarà “tra l’Europa del treno di Kiev, con Draghi-Scholz e Macron, o quella dell’accordo tra Ungheria e Polonia” e, in queste ultime due settimane, è la linea, il Pd deve mettercela tutto per conquistare i 60 collegi uninominali contendibili. “E’ possibile riaprire la partita se si cambia atteggiamento rispetto alla campagna elettorale. Ne hanno fatto una campagna proporzionale ma non lo è. È maggioritaria perché il risultato finale sarà determinato da chi vince un terzo dei seggi uninominali in cui vince uno solo, cioè il centrodestra o il centrosinistra”, è il refrain.

Per il leader del Nazareno oltre alla partita che riguarda il Governo, “il 25 si gioca anche un’altra partita, che riguarda l’equilibrio politico del campo che non è la destra. E’ una partita importante. Conte e Calenda fanno un gioco simile, un gioco a tenaglia per uccidere il Pd e arrivare a un esito francese, dove c’è o il centrista o la sinistra populista. Noi combattiamo contro questo esito perché vogliamo che ci sia nel sistema politico italiano un grande partito progressista e riformista, come c’è in Germania, Spagna e in Finlandia. La battaglia politica è anche sul quale tipo di modello di fronte progressista ci sia nel nostro Paese”, spiega.

Il discorso riguarda anche Giuseppe Conte, fresco di ‘endorsement’ da parte di Donald Trump. Le sue parole “mi hanno confermato quello che ho sempre pensato: che i concetti di destra e sinistra applicati al M5S e a Conte siano diversi da quelli che sono applicabili a noi. Non penso che Trump si possa sognare di parlare del Pd come di un partito a lui affine e di cui augurarsi il successo. Noi siamo esattamente dall’altra parte e ne sono fiero.

Immagino che Conte sia stato molto imbarazzato da quelle parole, perché Trump lo considero uno degli avversari principali al livello di Putin e di Orban”, la stoccata. Se il Pd dovesse perdere le elezioni, assicura Letta, il Pd starà all’opposizione: “Calenda ha detto chiaramente che vuole fare un governo con la Meloni. Noi il governo con Meloni e il centrodestra non lo faremo. E se perderemo faremo l’opposizione. Non faremo la ‘Protezione civile'”, come accaduto in questa legislatura.

Letta, poi, avvisa i suoi rispetto a dinamiche interne: “La cosa più demenziale che si possa fare in campagna elettorale è mettersi a ragionare di un congresso che verrà dopo”, dice chiaro, invitando tutti a concentrarsi sulla campagna elettorale. Netto, infine, il segretario sul rapporto con l’avversaria Giorgia Meloni, nonostante il loro essere ‘quasi amici’. “Si possono e si devono avere rapporti e relazioni personali civili, e anche positive, che però non si sovrappongono alle differenze politiche che sono radicali – spiega – La nostra proposta è alternativa al centrodestra e alla destra”.

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