Energia, ecco il piano del governo: meno riscaldamento e docce più corte

Non c'è solo il pieno regime delle centrali a carbone e olio ancora attive, ma anche l'annunciata riduzione dei riscaldamenti e una serie di comportamenti virtuosi consigliati ai cittadini

Foto Filippo Attili / Palazzo Chigi / LaPresse Nella foto: Roberto Cingolani

ROMA – Non c’è solo il pieno regime delle centrali a carbone e olio ancora attive, ma anche l’annunciata riduzione dei riscaldamenti e una serie di comportamenti virtuosi consigliati ai cittadini. Sono questi gli assi del ‘piano nazionale di contenimento dei consumi di gas naturale’ reso noto dal ministro della transizione ecologica Roberto Cingolani, con cui si punta a risparmiare 5,3 miliardi di metri cubi senza contare gli effetti delle azioni dei cittadini, arrivando così agli 8,2 miliardi di metri cubi in meno chiesti dall’Europa che prevedeva un taglio del 15%.

Con gli stoccaggi che hanno superato 83,7%, e in attesa dei rigassificatori di Ravenna e Piombino che il governo vuole in azione uno nei primi mesi del 2023 e l’altro entro l’anno successivo, e che sono considerati “fondamentali” per l’autunno 2023-2024, l’Italia punta all’accelerazione delle rinnovabili e la massimizzazione della produzione di energia elettrica, spingendo al massimo le centrali a carbone (a Fusina, Brindisi, Torrevaldaliga e Portovesme sono di Enel, a Fiumesanto di Ep produzione e a Monfalcone di A2A) e quella a olio di San Filippo DelMela, sempre di A2A. In ogni caso “il Governo continua a confermare gli impegni di decarbonizzazione per il 2030, che anzi assumono in questa fase un’ulteriore rilevanza ai fini strategici dell’aumento della indipendenza energetica”.

Delicato il capitolo riscaldamento, che sarà acceso 8 giorni dopo e spento 7 giorni prima in tutta Italia, con una riduzione di un’ora giornaliera per tutto il periodo sia nelle case (a 19 gradi anziché 20) che negli uffici e locali commerciali (a 17 gradi), una modifica che non riguarda le utenze sensibili come ospedali e case di cura. “Abbiamo un po’ di scetticismo, circa l’efficacia reale di una misura simile – dice a LaPresse il segretario generale Assopetroli-Assoenergia – E’ difficile ad esempio garantire la riduzione di un grado negli appartamenti. Il rischio è dunque di sovradimensionare questa misura, anche perché è impossibile verificare materialmente la sua implementazione, non ci sono inoltre misure coercitive o sanzioni”. Nel piano di Cingolani, si parla di “attuare, oltre a controlli a campione monitorando a livello di reti di distribuzione la risposta degli utenti utilizzando i dati orari di prelievo”.

Ancora più incerto l’esito reale dei suggerimenti ai cittadini, per i quali arriverà una campagna di sensibilizzazione ad hoc. Il governo suggerisce, come misure da adottare ‘a costo zero’, docce meno calde e meno lunghe, l’utilizzo anche in inverno delle pompe di calore elettriche dei condizionatori, abbassare il fuoco dopo l’ebollizione dell’acqua della pasta, ridurre l’accensione del forno, utilizzare lavatrici e lavastoviglie quando a pieno carico, staccare ls spine se gli elettrodomestici non sono in funzione, spegnere o inserire la funzione a basso consumo del frigorifero quando in vacanza, non lasciare in stand by TV, decoder, DVD, e tenere le luci meno accese.

Ulteriori risparmi possono conseguirsi con comportamenti che richiedono investimenti anche piccoli da parte degli utenti, ad esempio con investimenti per la sostituzione di elettrodomestici a più elevato consumo con quelli più efficienti, sostituzione di climatizzatori con quelli più efficienti, installazione di nuove pompe di calore elettriche in sostituzione delle vecchie caldaie a gas, installazione di pannelli solari termici per produrre acqua calda, sostituzione lampadine tradizionali con quelle a led.

LaPresse

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