Europee, Di Maio lancia 10 punti M5S: salario minimo garantito e stop all’austerity

Foto Vincenzo Livieri - LaPresse in foto Luigi Di Maio

ROMA – Dieci punti per un’Europa a Cinque Stelle. Luigi Di Maio presenta il programma M5S per le prossime elezioni europee dove il Movimento vuole essere “ago della bilancia” della contesa.

L’obiettivo è uno

Impedire che il blocco Ppe-Pse possa raggiungere il 51%. Se ciò non succederà, ragiona Di Maio, bisognerà forzatamente bussare alla porta del gruppo parlamentare “né di destra né di sinistra” che avrà proprio nei pentastellati la forza principale. In questo modo il capo politico M5S potrà portare al centro del dibattito i temi che gli stanno a cuore, a partire dal quello che campeggia al primo punto del programma: il salario minimo europeo per tutti i lavoratori.

“In Italia lo faremo il prima possibile – dice sicuro Di Maio – è un tema che era nel contratto di governo ma anche nel programma del Pd. Mi devono spiegare perché non lo vogliono votare, ma sono sicuro che convinceremo la Lega a rispettare il contratto“.

Il secondo punto, legato strettamente al primo, è invece lo stop alle politiche di austerity, con investimenti per la crescita e la piena occupazione. A tal proposito Di Maio rivendica gli ultimi dati Istat sul Pil. “Non mi accontento del +0.2 ma possiamo dirci che le nostre politiche espansive stanno dando il loro effetto e devono ancora avere il loro impatto il reddito di cittadinanza, il dl crescita e lo sblocca cantieri”, dice.

Un pensiero condiviso dalla Lega ma non dagli alleati in campo europeo del Carroccio:

“E’ difficile combattere l’austerity se ti allei con Orban o con i paesi dell’Est europa che invece ti fanno la guerra”, argomenta lanciando una stoccata a Matteo Salvini. Tema caldissimo anche quello dei migranti sui quali il vicepremier rivendica l’azione dell’Italia “abbandonata dalla Ue”.

Di Maio si concentra su redistribuzione e rimpatri

“C’è una parte di migranti che vive sul nostro territorio e l’Europa ci deve permettere di riassegnare quelli che possono stare qui. Per gli altri bisogna avviare accordi di rimpatrio”, dichiara. Un dossier sul quale bisogna fare di più “sia a livello Ue che a livello italiano”. Una seconda punzecchiatura alla Lega.

Del resto alle Europee, anche all’interno della maggioranza gialloverde, sarà una corsa tutti contro tutti. L’importante, secondo Di Maio, è: “Evitare che tornino quelli che c’erano prima visto che ci abbiamo messo anni per cacciarli”. Per questo il voto avrà pure una valenza italiana. Le Europee, nella visione pentastellata, devono essere il ‘de profundis’ dei vari “Zingaretti, Berlusconi e Meloni che non vedono l’ora di riprendersi la cosa pubblica e distruggere tutto quello che abbiamo fatto”.

Tra gli altri punti del programma gli incentivi alle imprese per inquinare di meno, le misure di sostegno al ceto medio, la lotta alla grande evasione, il rientro in Italia dei cervelli fuggiti all’estero, la tutela del Made in Italy e il taglio degli stipendi e dei privilegi degli europarlamentari. “Chi ha cuore questi temi non può che votare M5S”, dice Di Maio lanciando un appello alle urne per fare in modo che il parlamento Europeo non sia più “un parcheggio per i trombati della politica“.
(LaPresse)

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