Europee, Gentiloni: “La lista progressista può sfidare la Lega ad armi pari”

L'ex premier si fa promotore di una coalizione a livello europeo. Un'alternativa al blocco nazionalista di Salvini, Orban e Kaczynski

Tiberio Barchielli/LaPresse in foto Paolo Gentiloni

MILANO “C’è molto lavoro da fare. Ma cominciano a delinearsi due visioni politiche molto nette e destinate a confrontarsi alle prossime elezioni Europee. Dalla nostra parte c’è la prospettiva di una Lista unitaria, di democratici, progressisti e europeisti, della quale Pd sia il pilastro. Dall’altra i nazionalisti, con Salvini, alleato di Orban e del polacco Kaczynski. Con i Cinque stelle destinati a restare marginali. Potenzialmente partiamo ad armi pari, pronti a competere con la Lega per la lista che avrà più voti”.Così l’ex premier Paolo Gentiloni in un’intervista a La Stampa.

Europee, Gentiloni propone un’alternativa alla Lega di Salvini

“Potrebbe cambiare lo scenario politico italiano. Un flop del governo ‘naz-pop’ alla prima uscita elettorale sarebbe una ‘notiziona’ anche per l’Europa”, aggiunge Gentiloni, “comincio a credere che questo governo non arriverà a fare la prossima legge di bilancio. Aspettiamoci una resa dei conti politica. Questione di mesi, con le Europee come ‘fixing’”.

Italia verso il boom economico, Di Maio in piena campagna elettorale

“Quella di Di Maio sul boom economico è stata un’uscita particolarmente pittoresca, ma quel che colpisce nell’atteggiamento dei massimi responsabili di questo governo è il loro essere continuamente ed esclusivamente in campagna elettorale”, rimarca Gentiloni, che sulla Tav aggiunge che “per cancellarla, il governo dovrebbe prendere una decisione in quel senso”.

La questione Tav e la linea del governo giallo-verde

E prosegue: “Ma è del tutto evidente che in Parlamento non c’è una maggioranza per farlo. Per confermare la Tav in questo Parlamento c’è un’ampia maggioranza, grazie ai voti del Pd, di Forza Italia, della Lega e di altri. Per quante acrobazie propagandistiche possa fare Salvini, andare in piazza o cavarsela con un referendum, mi sembrano atteggiamenti al limite della presa in giro. Degli elettori, in particolare di quelli del Nord”.

(Lapresse)

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